sabato 2 maggio 2015

Cubanos (Chef - La ricetta perfetta)


Buonissimo, eccellente, fantastico. In una sola parola, “empingao”.
Questo è il termine pronunciato da chef Casper (Jon Favreau) e Martin (John Leguizamo) dopo aver assaggiato i panini cubani appena preparati.

Non sono tante le pellicole che trattano direttamente o indirettamente di cucina da farmi incuriosire a tal punto da preparare e assaggiare lo stesso cibo che vedo nel film.
Uno di questi è “Chef – la ricetta perfetta”, diretto ed interpretato da Jon Favreau.
Carl Casper è lo chef di un prestigioso ristorante di Los Angeles che, perdendo il suo lavoro per aver rifiutato di compromettere la sua creatività a causa del dispotico proprietario del ristorante, si ritrova a dover decidere su cosa fare della sua vita. Senza prospettive, si ritrova a Miami, con la ex moglie e il figlio. Lei, che l’ha sempre appoggiato, gli procura un Food Truck per farlo ricominciare da capo.
El Jefe, così si chiama il chiosco ambulante di specialità cubane, deve essere riportato a Los Angeles ed in questo viaggio Casper viene affiancato dal figlio e dal suo ex collega e nuovo socio Martin.
Durante il viaggio, Carl avrà modo di riscoprire la passione per la cucina.




Quindi questo week end l’ho dedicato alla preparazione dei “Cubanos”.

Prima di tutto serve la giusta musica di sottofondo, io consiglio la stessa del film. "Que se sepa" di Roberto Roena e "Acid" di Ray Barretto.

Ora la ricetta originale del chef Roi Choi, consulente per la parte culinaria del film.

Spalla di maiale marinata “Mojo Style”
Ingredienti per 6 persone
  • ¾ tazza olio extra vergine d’oliva
  • 1 tazza coriandolo tritato finemente
  • 1 cucchiaio da minestra di scorza d’arancio
  • ¾ tazza succo d’arancio
  • ¼ tazza succo di lime
  • ¼ tazza menta tritata
  • 8 spicchi d’aglio tritati
  • 1 cucchiaio da minestra di origano tritano
  • 2 cucchiaini di cumino tritato
  • 1 cucchiaino sale
  • 1 cucchiaino pepe
  • 1,6 chili di spalla di maiale disossata in un pezzo unico
In un contenitore mischiare tutti gli ingredienti tranne il maiale. Trasferire la  marinata  in  un grande sacchetto  alimentare richiudibile e aggiungere il maiale. Sigillare il  sacchetto e  girarlo in modo da ricoprire completamente  il maiale  dalla marinata.  Mettere  in  frigo  per  tutta la notte.
Preriscaldare il forno a 220 gradi. Trasferire il maiale su un piano da lavoro senza marinata. Arrotolare il maiale e legarlo con uno spago. Salare e pepare.
Infornare sulla griglia da forno con sotto una teglia (per non sporcare).  Cuocere 30 minuti finché abbronzato. Ridurre la temperatura a 190 gradi e cuocere ancora un ora e mezza finché la temperatura interna non raggiunge i 70 gradi.
Trasferire l’arrosto su un tagliere e farlo riposare 30 minuti, quindi affettarlo sottilmente rimuovendo prima lo spago.
Consiglio: non buttate la marinatura avanzata, la potete riutilizzare per altre ricette.


Cubanos
  • 120 grammi prosciutto cotto
  • burro ammorbidito
  • 6  mini baguette di circa 15 cm
  • senape
  • 250 grammi di fettine di maiale mojo
  • 220 grammi emmenthal
  • 3 fette di cetrioli sottaceto

Prima di tutto bisogna preparare gli ingredienti, ovvero:
affettare sottilmente  il maiale marinato;
tagliare il pane per lungo;
affettare per lungo e sottilmente i cetrioli sottaceto.
Scaldare la piastra per panini (va bene anche un padella antiaderente ben calda).  Appoggiare le fette di prosciutto cotto sulla piastra e cuocerle a temperatura media. Girarle una volta in modo che si griglino entrambi i lati ed infine trasferirle su un piatto.
Spennellare la parte interna del panino con il burro ammorbidito e tostarlo  e tostarlo a temperatura media finché dorato (circa 1/2 minuti).
Dopodiché spennellare generosamente i due lati interni del pane con la senape. Su una delle due fette posizionare nell'ordine:  prosciutto, maiale, formaggio e cetriolino. Chiudere il panino.
Ora la parte più importante, quello che lo rende un cubano.
Imburrare la piastra e spennellare la parte superiore del panino con abbondante burro. Porre il panino sulla piastra, a temperatura media, e chiuderla (se state utilizzando la padella antiaderente tenete premuto il panino con la spatola e giratelo dopo un munito e mezzo, tenendolo sempre premuto state attenti che non si bruci).
Quando il panino risulta croccante e dorato esternamente e il formaggio al suo interno si è sciolto è pronto.
A quel punto aprite la bottiglia di cerveza (non birra, cerveza!) e buon appetito.

Questo panino è davvero "empingao"!




Se poi siete appassionati come me di "cibo da strada" non perdetevi lo STREEAT Foodtruck Festival a Milano il 29/30/31 maggio 2015 (Carroponte - Sesto San Giovanni)

mercoledì 25 marzo 2015

First and final frames



Jacob T. Swinney è un editor americano che, con l’arte del taglia e incolla, rende omaggio al cinema realizzando dei filmati che potrebbero essere proiettati in un museo cinematografico.
Due su tutti: "The evolution of Batman in cinema" e "Hearing Tarantino".

Nel video sottostante  Swinney mette a confronto su schermo doppio la prima e l’ultima inquadratura di 55 pellicole.
Alcuni film sono subito riconoscibili, come “I figli degli uomini” e “12 anni schiavo”, per l’inquadratura in se stessa; mentre altri per il personaggio inquadrato come ad esempio Kaiser Soze ne “I soliti sospetti” o  Beatrix Kiddo in “Kill Bill vol. 2”.
La poetica delle immagini viene amplificata dal brano musicale Any other name  di Thomas Newman tratto dalla colonna sonora di “American Beauty”.




Questa è la lista di tutti 55 i film.

The tree of life 00:00
The master 00:09
I segreti di Brokeback Mountain 00:15
Non è un paese per vecchi 00:23
Lei 00:27
Blue Valentine 00:30
Birdman o (l'imprevedibile virtù dell'ignoranza) 00:34
Il cigno nero 00:41
Gone Girl - L'amore bugiardo 00:47
Kill Bill Vol. 2 00:53
Ubriaco d'amore 00:59
Il lato positivo 01:06
Taxi driver 01:11
Shutter island 01:20
I figli degli uomini 01:27
...e ora parliamo di Kevin 01:33
Funny games (2007) 01:41
Fight club 01:47
12 anni schiavo 01:54
Il petroliere 01:59
Il padrino - parte II 02:05
Shame 02:10
Non lasciarmi 02:17
The Road 02:21
Hunger 02:27
Toro scatenato 02:31
Cabaret 02:36
Prima dell'alba 02:42
Nebraska 02:47
Frank 02:54
Cast Away 03:01
Somewhere 03:06
Melancholia 03:11
Morvern Callar 03:18
Take this Waltz 03:21
Buried - Sepolto 03:25
Lord of War 03:32
Cape Fear - Il promontorio della paura 03:38
L'esercito delle 12 scimmie 03:45
Il mondo secondo Garp 03:50
Salvate il soldato Ryan 03:57
Poetry 04:02
Solaris (1972) 04:05
Il dottor Stranamore 04:11
The Astronaut Farmer 04:16
Lezioni di piano 04:21
Inception 04:26
Boyhood 04:31
Whiplash 04:37
Cloud Atlas 04:43
Under the Skin 04:47
2001: Odissea nello spazio 04:51
Gravity 04:57
Sentieri selvaggi 05:03
I soliti sospetti 05:23

venerdì 13 marzo 2015

Indovinello



Mentre andavo nelle Ardenne vidi un uomo e sette donne, ogni donna sette sacche, ogni sacca sette gatte, ogni gatta sette figli; gattini gatte sacche donne, quanti andavano nelle Ardenne?
(Simon Gruber)

Die hard - duri a morire

domenica 1 marzo 2015

Birdman o (l'imprevedibile virtù dell'ignoranza)




Tu non sei un attore, sei una celebrità.
Con questa ossessione Riggan Thompson (Michael Keaton), attore sessantenne reduce da una serie di film per il grande pubblico, Birdman appunto, cerca di ricostruirsi una credibilità artistica per scrollarsi di dosso il pesante ricordo dell'eroe piumato, mettendo in scena a Broadway una pièce teatrale ispirata all'opera “Di cosa parliamo quando parliamo d'amore” di Raymon Carver.
Nell’impresa sono coinvolti il suo amico e produttore un po’ nevrotico e sconsiderato Jake, interpretato da Zach Galifianakis (L’Alan di “Una notte da leoni” tanto per capirci) che dopo varie commedie si cimenta in un ruolo drammatico con ottimi risultati; sua figlia Sam, che ha il volto di Emma Stone, appena uscita da un rehab, con cui ha un rapporto conflittuale e semiassente; l’amante Laura (Andrea Riseborough) che usa beceri espedienti per cercare la sua attenzione e Lesley (Naomi Watts brava come sempre) un’attricetta insicura il cui unico desiderio è calcare i palcoscenici di Broadway.
Infine Mike Shiner (un Edward Norton in stato di grazia) attore di grande talento, egocentrico, a tratti insopportabile ed incapace di realizzarsi fuori dalla scena dove solo una volta abbassa gli scudi e si mette a nudo.
Sam: Obbligo o verità?
Mike: Verità.
Sam: Cosa vorresti fare con me?
Mike: Vorrei strapparti gli occhi e metterli al posto dei miei. Per poter vedere questa strada con gli occhi di quando ero ragazzo.

C’è un altro personaggio coinvolto (anche se involontariamente) in quest’avventura, il suo alterego Birdman. Una sorta di amico immaginario che lo molesta e tenta di dissuaderlo per spingerlo a ritornare a fare Blockbuster.
Riuscirà Riggan nel suo intento?
E a che prezzo?



Si tratta di un film corale, con dei dialoghi taglienti da black comedy, ottimamente recitato da un cast capitanato da un Michael Keaton in piena forma che si cala in un personaggio decisamente adatto al lui. 
Keaton sta a Thomson come Batman sta a Birdman. 
Come non notare la somiglianza dell’eroe alato sulla locandina appesa nel camerino di Riggan a Batman.
Ed è proprio il suo alterego che in una battuta fa capire che l’ultimo film di Birdman (il terzo) è del 1992 ovvero lo stesso di "Batman - il ritorno" l’ultimo interpretato da Keaton.
Quindi possiamo dire che questo film è il riscatto di Michael Keaton.
Curiosamente, oltre a Keaton, anche gli altri due candidati agli Oscar hanno flirtato con i comics movie.
Edward Norton ne “L’incredibile Hulk” che a mio parere è il migliore di tutti.
E la Stone nei film di “The Amazing Spider-Man” che non mi hanno appassionato. Per quanto un film della Marvel possa appassionare.

Alejandro G. Iñárritu fa una critica al cinema commerciale americano, dove i giornalisti sono più interessati ai pettegolezzi e alla carriera decaduta di Riggan piuttosto che parlare del suo spettacolo. Dove i fan lo riconoscono solo come l’attore che ha interpretato Birdman e non perdono occasione di riprenderlo con il cellulare per condividere le immagini in rete.
Se la prende anche con i critici cinematografici, dando vita a Tabitha Dickinson, che vuole stroncare lo spettacolo di Riggan senza neanche averlo visto.



Ma è il livello stilistico che lo rende un film interessante, non un capolavoro, ma un film interessante.
Le riprese sono state girate quasi tutte all'interno del St. James Theatre di Broadway (un labirinto di cunicoli e corridoi, quinte e soppalchi teatrali).
L’utilizzo della steadycam ha permesso di dare l’impressione allo spettatore d’essere presente in prima persona durante l’allestimento dello spettacolo, ed effettuare i tanti primi piani che  non mentono sulla capacità degli attori.
Il regista messicano realizza il film come se fosse un unico piano sequenza, di fatto non lo è ci sono i tagli di montaggio, ma non si vedono grazie al gioco di luci e ombre creato dal direttore della fotografia Emmanuel Lubezki.
Voi vi chiederete, dov’è l’originalità? 
Il piano sequenza è stato utilizzato dai più grandi registi Hollywood. Come non ricordare l’ingresso nel ristorante, passando dal retro del locale, del "bravo ragazzo" Ray Liotta nel film di Martin Scorsese, l’incipit di Omicidio in diretta“ di Brian De Palma, o ancora, il mio preferito in assoluto, quello girato dentro la monovolume ne “I figli degli uomini” da Alfonso Cuaròn.
Per non dimenticare Alfred Hitchcock che, come avevo già raccontato in questo post, ha girato l’intero film “Nodo alla gola” apparentemente senza tagli di montaggio.
Quindi cosa differenzia "Birdman" dal film di Hitchcock? A livello visivo Iñárritu non ha creato nulla di nuovo.
E invece no.
"Nodo alla gola" è un film che ha una continuità temporale, mentre "Birdman", essendo una storia che si dipana in più giorni, fa dei salti temporali nello stesso piano sequenza.
La scena che spiega meglio questo concetto è quella dove la telecamera indugia su Norton e la Stone che si trovano sul soppalco del teatro dove sono ubicate le luci. Dopo poco la telecamera si sposta per dirigersi verso il palco per inquadrare gli attori che stanno recitando. E tra questi c’è anche Norton.
Un altro punto di forza di questa pellicola è la colonna sonora realizzata per gran parte da Antonio Sanchez.
Si tratta di un incessante suono di batteria jazz, con un ritmo sincopato che accelera e rallenta in base alla velocità delle riprese.

A mio parere questa combo è stata letale. Iñárritu avrebbe dovuto almeno fare un paio di stacchi di montaggio per far prendere fiato allo spettatore. 

L’ultimo appunto che voglio fare è sul finale, non mi è piaciuto per nulla.
Forse sarebbe stato meglio quello che in un primo tempo voleva il regista. Johnny Depp seduto davanti allo specchio, nel suo camerino, con il poster di “Pirati dei caraibi 5” sullo sfondo, avrebbe sentito la voce di Jack Sparrow dire: ”Come ci siamo ridotti così amico?”. Analogamente a quanto accaduto a Riggan.
Purtroppo l’indisponibilità di Depp a partecipare alle riprese, non ha consentito di girare quest’ultima scena.