martedì 18 agosto 2009

Lost in la mancha


Un film su quanto è difficile realizzare un film.
Sono stati fortunati Keith Fulton e Louis Pepe, perché se Terry Gilliam fosse riuscito a realizzare il suo progetto “The Man Who Killed Don Quixote", il loro backstage si sarebbe confuso tra i tanti extra della versione Home Video.
Invece si tratta di un saggio sulla creazione di un'opera cinematografica e sulle problematiche connesse alla sua realizzazione.
La sequenza di sfortunati eventi che afflisse la troupe sembra quasi surreale come se “La maledizione di Don Quixote”, che colpì anche le lavorazioni di Orson Welles anni prima, fosse tornata.
Il documentario segue la fase di pre-produzione e i pochi giorni di riprese, interrotte definitivamente a causa di un nubifragio che distrusse tutto il set.
Degli attori l’unico a dare la sua piena disponibilità fu Johnny Depp. Jean Rochefort (favoloso nei panni di Don Quixote) dovette abbandonare il progetto, dopo pochi giorni di lavoro, a causa di un’ernia del disco. Vanessa Paradis non si presentò mai sul set.
La location scelta non fu proprio azzeccata. Il rombo micidiale degli aeroplani decollati da una vicina base Nato interrompeva spesso le riprese.
Il visionario autore di film come Brazil e L'esercito delle 12 scimmie, poco incline al compromesso, dovette scontrarsi quotidianamente con l’inadeguatezza dei finanziamenti della produzione europea e un'organizzazione approssimativa.
Quello che però colpisce è vederlo al lavoro: sembra un bambino, ha un entusiasmo contagioso, sempre convinto ad andare avanti nonostante tutto il suo progetto vada pian piano sgretolandosi pezzo dopo pezzo.

E' un documentario che tutti gli appassionati di cinema dovrebbero vedere.

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