mercoledì 10 giugno 2009

Memento


SPOILER: nel post che segue verrà svelato il finale del film. 
Leonard Shelby (Guy Pearce) è sposato con una giovane donna, lavora come agente assicurativo incaricato di individuare le frodi dei clienti.
La sua è sempre stata una vita normale fino alla notte della tragedia.
Mentre dormiva nel letto con sua moglie, i due subiscono un’aggressione: lei viene stuprata ed uccisa, e lui colpito alla testa in maniera violenta.
Ora ha un solo scopo nella vita. Trovare l'assassino ed ucciderlo.
Vendicare la sua donna.
Il trauma alla testa, però, gli ha procurato la perdita della memoria a breve termine, ricorda cioè tutto ciò che è avvenuto prima della tragedia (ha ancora la memoria acquisita), ma non ha la capacità di memorizzare ciò che è successo dopo.
Non riesce ad assimilare nuovi ricordi, se affronta un discorso dopo pochi minuti non ricorda più l'inizio dello stesso; il nome e il volto dei suoi amici; dove abita, dove si trova, che sta facendo, solo pochi minuti, di più non può. Black-out! Per sopperire al suo problema prende appunti e fotografa con la Polaroid tutto quello che gli può essere utile e che dimenticherà, e, per le cose più importanti, utilizza il proprio corpo, infatti, è tutto ricoperto di tatuaggi che fungono da post-it per appuntare i dati essenziali nella sua ricerca dell'omicida.
Uno su tutti "John G. ha stuprato e ucciso mia moglie. Trovalo e uccidilo".
In questa sua ricerca viene aiutato dal poliziotto Teddy Gammell (Joe Pantoliano).  Leonard: Ti ho mai parlato del mio disturbo?
Teddy: Solo ogni volta che ci vediamo!
Leonard: Ho questo disturbo...
Teddy: [Esaminando il cadavere di Jimmy Grantz] Beh, spero non sia serio quanto il suo, perché è morto!
E da Nathalie (Carrie-Ann Moss), un’amica barista Natalie: Qual è l'ultima cosa che ricordi?
Leonard: Mia moglie...
Natalie: Bello!
Leonard:... che moriva




Fin qui niente di strano. Sarebbe un film abbastanza normale, come se ne vedono molti, se non fosse per la non linearità della narrazione che lo rende unico.
Il film è montato al contrario, brevi sequenze tre - quattro minuti al massimo andando a ritroso.Così facendo anche noi spettatori ci troviamo nella stessa condizione di Leonard, la nostra "memoria visiva" è limitata ai pochi minuti, vediamo il presente, ma non sappiamo cos’è successo prima.
Dalla prima scena fino all'ultima otnemeM è un film destabilizzante, colmo di verità nascoste.
E’ l’esempio di come il montaggio sia, non solo funzionale all'opera cinematografica, ma sua fondamentale risorsa per ricreare una narrazione visiva.
Il regista, Christopher Nolan, ci avvisa da subito che, la sua opera non è ordinaria.l’incipit che precede i titoli di testa (dove assistiamo allo sviluppo di una polaroid appena scattata, appare Leonard che spara alla testa a qualcuno) è girato all'inverso, e funge da introduzione non solo al film, ma all'intero sistema narrativo che utilizza.  
Non è tutto.
Inframmezzate a queste sequenze a ritroso, ci sono delle scene in bianco e nero, che si sviluppano nel modo classico, dall'inizio alla fine.La narrazione a ritroso e quella in bianco e nero (cronologica), verranno a sovrapporsi solo alla fine del film.
La sceneggiatura è basata sul racconto del fratello del regista, Jonathan Nolan, Memento Mori, che però è uscito successivamente alla realizzazione del film.
Una curiosità: il numero di telefono di Teddy (555-0134) è lo stesso di Marla Singer in Fight Club.




Se, nonostante l'avvertenza iniziale, avete letto questa recensione senza aver visto il film, ricordatevi di dimenticarla.

2 commenti :