giovedì 24 dicembre 2009

I cameo di Alfred Hitchcock



Nella stragrande maggioranza dei suoi film, Alfred Hitchcock amava fare delle brevi apparizioni impersonando passanti o personaggi appena visibili sullo sfondo, talvolta alle prese con situazioni ridicole e divertenti.
La prima fu casuale, solo perché si doveva riempire lo schermo: di spalle, nella redazione di un giornale, in ”The lodger” (1926), il suo terzo film.
Col tempo i cameo del regista inglese diventano una superstizione e, da “Rebecca - la prima moglie” in poi, compare in tutti i suoi lavori.

Nel celebre libro-intervista di Francois Truffaut, Hitchcock ammette che, per permettere allo spettatore di vedere il film con tranquillità, la sua apparizione avviene solo nei primi cinque minuti.

Il cameo più originale è sicuramente quello del film “I prigionieri dell’oceano” dove possiamo notare il regista in una foto su un giornale, a pubblicizzare una dieta dimagrante.


In questo bel montaggio ecco alcune delle apparizioni con cui “firmava” i suoi film.




martedì 22 dicembre 2009

555

Vi siete mai chiesti perché quasi tutti i numeri di telefono che compaiono in un film americano cominciano con “555”? In un primo periodo vennero utilizzati dei numeri telefonici reali, con il risultato che veri utenti dei suddetti numeri furono bersagliati di chiamate. Intorno al 1960 i produttori decisero quindi di utilizzare numeri che non avessero un equivalente nella vita reale. In quel periodo i telefoni americani a disco avevano sia lettere sia cifre e i numeri telefonici erano spesso formati da una combinazione di nomi (solitamente toponimi) e cifre. Dato che il “5” corrispondeva alle lettere «j», «k» e «l» ed era impossibile che il nome di un luogo cominciasse con una qualsiasi combinazione di queste tre lettere, al “5”, di fatto, non era assegnato nessun numero telefonico reale. Nacque cosi la tradizione di far iniziare ogni numero telefonico citato in un film con “555”. Oggi esistono 100 numeri (da 555-0100 a 555-0199 ) appositamente riservati per questo utilizzo. Può quindi capitare che, il numero di telefono di Teddy Gammell (Memento) sia lo stesso di Marla Singer (Fight Club).

mercoledì 18 novembre 2009

I luoghi comuni


Avete mai fatto caso quante situazioni e luoghi comuni si trovano al cinema?
Leggete le frasi di seguito e pensate a quante volte avete riscontrato queste situazioni in un film!


- In ogni film chi usa un portatile lo accende in un secondo ed è già operativo.
Miracoli della cinematografia.

- Tutti possono fare atterrare qualsiasi aeroplano, sempre che ci sia qualcuno nella torre di controllo che vi spiega come.

- Perchè nei film di zombi o in quelli di vampiri, il primo contagiato ci mette un sacco di tempo a mutare, mentre invece quando viene contaminato un protagonista si tramuta immediatamente cogliendo di sorpresa i suoi compagni

- La torre Eiffel è visibile da qualsiasi angolo di Parigi

- Se in un film vi è una grande vetrata, prima o poi qualcuno ci verrà buttato contro.

- Il nostro eroe non mostrerà alcun segno di dolore mentre viene ferito nel modo più orribile, ma urlerà quando una donna cercherà di medicarlo.

- Perchè il testimone o la testimone di un fatto fantastico, invece di cercar di restare calma e razionale, quando va dalla polizia racconta il fatto con fare allucinato, farfugliante, folle e privo di senso impedendo di fatto a chiunque di prenderlo minimamente sul serio?

- Se il film è ambientato in una casa infestata da presenze soprannaturali, le donne devono investigare su qualsiasi rumore strano indossando biancheria intima.

- Come fanno i dipartimenti di polizia formare coppie di agenti sempre compagni dalle esatte caratteristiche opposte?.

- Se parlate al telefono, non dovete preoccuparvi di salutare, ne all'inizio ne alla fine della conversazione, tanto la persona all'altro capo del filo sa benissimo quando la telefonata è finita e non penserà mai che le avete sbattuto la cornetta in faccia.

- Chiunque scappi da un inseguimento troverà sempre una strada in cui e in pieno svolgimento una parata o una grande manifestazione in cui potrà comodamente mimetizzarvi e nascondervi.

- Per portare a buon fine una missione militare in territorio nemico basta richiamare in servizio un veterano che in passato con i suoi metodi ha fatto imbestialire tutti gli alti papaveri dell'esercito.

- In America se vedete un uomo vestito di scuro è sicuramente dell'FBI.

- Gli agenti dell'FBI sono degli stronzi.

- Perchè in molte pellicole, l'auto del protagonista che abbiamo visto funzionare benissimo per tutto il film, decide proprio di non mettersi più in moto quando hai un tyrannosauro o Godzilla o qualche mostro orribile alle calcagna, che è una cosa che non si riesce a fare neanche se ci si prova.

- Tutti i letti hanno delle speciali lenzuola a forma di L che raggiungono l'ascella della donna, ma solo la vita dell'uomo che le giace accanto.

- In caso di esplosione, non c’è problema, anche se le schegge e lo spostamento d'aria viaggiano a oltre 20.000 chilometri all'ora e l’uomo più veloce riesce a correre al massimo a circa 38 chilometri orari, si farà comunque in tempo a scampare alla deflagrazione.

- Il protagonista si sta radendo, anche se sarà interrotto nel bel mezzo di una rasatura e dovrà togliersi i resti di schiuma da barba, non deve preoccuparsi, il suo viso sarà comunque perfettamente rasato.

- Perchè le croci funzionano sempre con tutti i vampiri anche se tra di loro se ne trova qualcuno, musulmano, comunista o semplicemente ateo?

- Tutte le borse della spesa contengono almeno una baguette di pane.

- In tutti i processi all'innocente ingiustamente accusato all'inizio le cose vanno sempre malissimo, il suo avvocato rimedia figure di merda e nessuno crede a ciò che racconta.
La giuria popolare è composta dai peggiori moralisti della città e il giudice è severissimo e intollerante.
Verso la fine dal fondo dell'aula saltano fuori prove e testimoni a iosa e tutti tifano simpaticamente per il reo.

- Il sistema di condizionamento di qualsiasi edificio costituisce un perfetto nascondiglio.
A nessuno verrà mai in mente di cercarvi là e voi potrete spostarvi in qualsiasi altra parte dell'edificio desideriate senza difficoltà.

- Perchè nel buio più completo in cui si è rifugiata una vittima, Lei non vede nulla mentre l'assassino vede tutto?

- Se volete farvi passare per ufficiali tedeschi, non sarà indispensabile parlare la relativa lingua. Basterà sfoggiare un accento tedesco.

- Basta un solo fiammifero per illuminare una stanza delle grandezza di uno stadio.

- Gli italiani ascoltano sempre musica lirica, sono dal barbiere oppure in un ristorante seduti a bere vino rosso.

- Anche guidando in autostrada è necessario girare il volante vigorosamente da sinistra a destra ogni tanto.

- Prima volta al ristorante cinese. non c’è nessun problema a usare i bastoncini.

- Ordinare un drink al bar. Anche se non siete mai stati prima in quel bar, potete ordinare una qualsiasi “birra” e il barman non vi chiederà mai di che marca la preferite. Non dovrete neppure aspettare il resto.

- Il trucco dal viso della protagonista non va mai via. Notti di passione, permanenza nella giungla, incidenti stradali ,bagni imprevisti,scazzottate furibonde, non hanno alcun effetto.
Quando si alza il mattino dal letto il viso non ha mai quei brutti gonfiori dei comuni mortali.

- Tutte le bombe sono dotate di un dispositivo di timer elettronico con grandi led colorati in modo da sapere esattamente fra quanto tempo scoppieranno.

- Perchè in moltissimi thriller, il poliziotto di turno è sempre sul punto di andare in pensione anche se ha trent'anni?

- Il nostro eroe riuscirà senz’altro a sopravvivere a qualsiasi missione di guerra purché non commetta l’errore di mostrare a qualcuno la foto della sua fidanzata, o di sua moglie e dei bambini.

- Se ci sono i topi in cantina bisogna sempre andare a controllare.

- Qualcuno sta per sparare al protagonista, non vi preoccupate, qualcun altro farà fuori il cattivo proprio all’ultimo secondo.

- Qualcuno vi ha appoggiato la mano su una spalla: non preoccupatevi, non si tratta del solito mostro o dell'assassino, è semplicemente quel cretino che abita accanto a voi oppure il vostro innamorato, che in quel momento riesce a dimostrare il tatto di un elefante, visto che siete in un film dell'orrore o in un thriller.

- Chiunque sarebbe capace di fregare le telecamere di una banca, un museo o di un qualsiasi posto controllatissimo da mille telecamere e mille agenti, mettendoci una foto con la stessa immagine e la stessa inquadratura attaccata davanti con una molletta.

- In America i vicini della casa di fronte non usano mai tende, persiane, tapparelle o serrande. Se devono uccidere, fare sesso o svolgere altre attività delittuose o libidinose preferiscono farlo davanti alla finestra.

- Appena alzati dal letto saremo sempre perfettamente pettinati e truccati.

- Entrare in una casa non è mai un problema. Le porte sono quasi sempre aperte, altrimenti è facilissimo aprirle con le mitiche forcine per capelli.

- I lavori più sporchi o più strani e inverosimili sono svolti dalle fighe più assurde.

- Perchè tutti i serial killer decidono di telefonare ai loro "cacciatori" per permettere Loro di catturarli?

- Il cattivo scopriremo che è sempre uno che conoscevamo da sempre.
Magari un vecchio compagno di scuola.

- Impossibile un film d'azione senza un inseguimento tra auto. Le auto della polizia stanno dietro ululando e dando lavoro ai carrozzieri di mezza città, sbandate in controsterzo, camion in mezzo alla strada, salti con scintille all'atterraggio e di 10 o 20 che erano all'inizio come in un videogioco inesorabilmente una dopo l'altra vengono eliminate tutte finché non rimane la macchina dei cattivoni seguita da quella dei protagonisti.

- Se ci gettiamo dalla tromba di un ascensore o direttamente dall'attico, riusciremo ad aggrapparci con solo l'uso di metà falangi ad una piccola sporgenza metallica e tagliente senza subire né tagli né strappi né lussazioni.

- Voi credete che il bagno sia un locale tranquillo? Lo è se non siete una bella ragazza che appena s'immerge nella vasca vede uscire dai vapori orridi incubi. Se sceglie di insaponarsi nella doccia arriva sempre qualche tipaccio per affettarla a coltellate o colpi d'ascia.

- L'arma più potente non è quella che è veramente più potente ma quella che ha il nostro protagonista buono.

- La vittima del serial killer, già minacciata infinite volte rientra tranquillamente a casa a notte fonda da sola. Buio pesto in casa ma avanza tranquilla e al primo scricchiolio chiama il gatto o il cane.

- Quando l'arma serve al nemico è scarica o inceppata o con la sicura, quando serve al protagonista sembra perfetta e appena ricaricata.

- Nei film i problemi di parcheggio non esistono. Al protagonista lasciano sempre un posto per la propria auto esattamente davanti al posto dove deve andare. Se proprio va male, c'è giusto lì vicino un vicolo con cassonetti.

- Tutte le donne avranno sempre una paura innata dei pipistrelli, però osservando le morti più truculente non sobbalzeranno minimamente.

- Basta volerlo e si riesce addirittura a scansare i proiettili.

- Se viaggiate in macchina non dovete preoccupatevi di allacciare le cinture di sicurezza, tanto non siete soggetti alle leggi della gravità.

- Non avete chiuso l'auto, tranquilli nessuno ve la ruberà, a meno che non faccia parte del copione.

- La vostra pistola si sta scaricando, nessun problema, la vostra arma non richiede altre munizioni e continuerà a fare fuoco all'infinito. Nell'improbabile caso che restiate senza pallottole, potrete sempre usare la pistola scarica per darla in testa a qualcuno, solitamente in modo abbastanza ridicolo.

- Quando due decidono improvvisamente che si piacciono e hanno un'attrazione fatale, si fiondano nel primo hotel, si spogliano arrapati e lei non ha mai le mestruazioni.

- In ogni ufficio americano che si rispetti non si può andare in giro senza una tazza di caffé in mano, specialmente se sei una persona importante. Se è bollente è quasi inevitabile che qualcuno te lo faccia versare sulla camicia.

- In un film di fantascienza la prima vittima che viene fatta fuori dalla mostruosa creatura è sicuramente un nero.

- Di due gemelli identici uno è sicuramente malvagio.

- Una volta applicato sulle labbra, il rossetto non se ne va neppure in caso di immersione subacquea.

- Un detective riesce a risolvere brillantemente un caso solo dopo essere stato sospeso dal servizio.

- Se dovete disinnescare una bomba, non preoccupatevi di guardare il colore del filo da tagliare. Sceglierete sempre quello giusto.

- La maggior parte dei computer portatili è sufficientemente potente per potere prendere il controllo dei sistemi di comunicazione di qualsiasi invasore alieno.

- Non importa se siete soverchiati da innumerevoli avversari in un combattimento che preveda l'uso di arti marziali, i vostri nemici aspetteranno pazientemente, ballando gioiosamente intorno, che voi abbiate neutralizzato il loro predecessore prima di attaccarvi.

- Quando spegnete la luce per andare a letto, nella vostra stanza ogni cosa continuerà a essere chiaramente visibile, solo leggermente colorata di blu.

- I poliziotti onesti e seriamente dediti al loro lavoro vengono normalmente uccisi pochi giorni prima di andare in pensione.

- Invece di spararvi banalmente, i megalomani preferiscono cercare di uccidere i loro nemici usando complicati marchingegni che comprendono ingranaggi, timer, funi, gas mortali, laser e squali assassini, che lasciano almeno 20 minuti di tempo per fuggire ai loro prigionieri.

- Nessuno soffre di alito fetente alla mattina, nè di caccole negli occhi. Come si spiegherebbero altrimenti le tenere effusioni alle sette del mattino dopo?

- Le donne dei film nascono senza peli. Non si spiega altrimenti il fatto che siano sempre perfettamente depilate pure dopo tre settimane in una giungla o su un'isola deserta.

- Nel corso di un'indagine, è necessario entrare almeno una volta in un club di trip-tease.

- Gli uomini hanno gli ciglia perfettamente curate e sono sempre depilati, anche nel Neolitico.

- Le bollette si accumulano a centinaia sotto la porta, ma nessuno si mette mai in coda a uno sportello per pagarle.
Luce, gas e telefono, misteriosamente, continuano a essere erogati.

venerdì 30 ottobre 2009

La notte delle streghe



Malocchio e gatti neri, malefici misteri.
Il grido di un bambino bruciato nel camino.
Nell' occhio di una strega il diavolo si annega,
e spunta fuori l'ombra, l' ombra di una strega.
Nella vigilia di Ognissanti c'han paura tutti quanti.
E' la notte delle streghe, chi non paga presto piange!

Halloween - la notte delle streghe

martedì 27 ottobre 2009

Donnie Darko



Donald Darko detto Donnie è un adolescente americano problematico e intelligente, vive nella tipica famiglia provinciale americana, padre e madre benestanti e rispettati all'interno della comunità, una bella casa e una vita potenzialmente agiata e senza difficoltà.
Ma Donnie mal si amalgama nel contesto: accetta di mal grado l'autorità e riesce sempre a mettersi nei guai, specialmente al liceo quando esprime il suo anticonformismo.
Durante una sortita notturna in preda a un attacco di sonnambulismo, si imbatte in Frank, un coniglio gigante che gli predice la fine del mondo.
(Svegliati. Ti ho osservato a lungo. Sono qui, vieni. Più vicino. 28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi. Ecco quando il mondo finirà.)
Ovviamente 'Frank' non è altro che una sua visione, infatti Donnie è in cura da una psicanalista che lo aiuta a combattere la sua schizofrenia.
Quando il ragazzo torna a casa scopre che la sua camera è stata devastata da un motore di aereo caduto dal cielo.
Da quel momento Donnie vive una doppia vita fra incubo e realtà. Infatti mentre se la deve vedere con le provocazioni di un compagno insolente e gli tocca sentire la lezioni di una professoressa bigotta la quale, influenzata da Jim Cunnigham (un locale santone-psicologo), assilla i suoi studenti sull'importanza di non aver paura della vita e di abbandonarsi all'amore, deve cercare di decifrare la minaccia incombente.

Per capire bene il film bisogna leggere il libro di Roberta Sparrow "La filosofia dei viaggi nel tempo".
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LA FILOSOFIA DEI VIAGGI NEL TEMPO
di Roberta Ann Sparrow
Contenuto:
- L’Universo Tangente
- Acqua e Metallo
- Il Manufatto ed il Vivente
- Il Ricevitore Vivente
- I Viventi Manipolati
- Il Manipolato Morto
- Sogni


L’UNIVERSO TANGENTE
L’universo principale è pieno di gradi pericoli, guerre, piaghe, fame nera, e disastri naturali sono comuni: La morte viene su tutti.
La quarta dimensione temporale è una struttura stabile, benché non sia impenetrabile.
Gli incidenti quando la quarta dimensione diventa corrotta, sono incredibilmente rari.
Se un universo tangente esiste, sarà molto instabile; si manterrà per non più di qualche settimana.
Alla fine crollerà su sé, formando un buco nero dentro l’universo principale capace di distruggere ogni cosa.
ACQUA E METALLO
Acqua e Metallo sono gli elementi dei viaggi nel tempo. L’acqua è l’elemento di barriera per la costruzione di portali del tempo, usati come vie di accesso tra universi nel Vortice Tangente. Il metallo è l’elemento di passaggio per la costruzione di manufatti di imbarcazioni.
IL MANUFATTO ED IL VIVENTE
Se un Universo Tangente riemerge, quelli che vivono più vicini al vortice, si troveranno nell’epicentro di un nuovo mondo pericoloso.
I manufatti formano il primo segno che un universo tangente è riemerso. Se un manufatto appare, i vivi lo recupereranno con fenomenale interesse e curiosità. I manufatti sono formati da metallo, come una punta di freccia di una civiltà Maya antica o una spada di metallo dell’Europa Medioevale.
I manufatti ritrovati nell’Universo Primario, diventano spesso icone religiose venerate, poiché laloro comparsa sulla Terra, sembra sfidare la spiegazione logica. L’intervento divino è ritenuto l’unica conclusione logica per l’apparizione del manufatto. 
IL RICEVITORE VIVENTE
Il Ricevitore Vivente è scelto affinché guidi l’artefatto indietro, in posizione per il suo viaggio nell’Universo Primario.
Nessuno sa, come o perché un destinatario è stato scelto.
Il ricevitore vivente è spesso dotato dei Quattro Poteri Dimensionali. Questi includono: forza aumentata, telecinesi, controllo della mente e l’abilità di far apparire il fuoco e l’acqua.
Il ricevitore vivente è spesso tormentato da sogni terrificanti, visioni e allucinazioni uditive durante tutto il suo tempo all’interno dell’universo tangente.
Quelli che circondano il ricevitore vivente, conosciuto come Quello Manipolato, saranno tormentati e tenteranno di distruggerlo. 
IL VIVENTE MANIPOLATO
I Viventi Manipolati, sono spesso gli amici vicini e intimi del Ricevitore Vivente.
Sono propensi al comportamento irrazionale, bizzarro e spesso violento. Questo è il risultato sfortunato del loro compito che è assistere il ricevitore vivente nel restituire il manufatto all’universo principale.
I viventi manipolati faranno qualsiasi cosa per salvarsi dall’oblio (dalla dimenticanza). 
IL MANIPOLATO MORTO
Il Manipolato Morto è più potente del Ricevitore Vivente. Se una persona muore dentro la Dimensione Tangente, sono capaci di contattare il ricevitore vivente attraverso la quarta dimensione.
La quarta dimensione è fatta di acqua.
Il manipolato morto manipolerà il ricevitore vivente con l’aiuto della quarta dimensione.Il manipolato morto metterà una trappola di sicurezza per il ricevitore vivente per assicurare il manufatto e restituirlo senza pericolo nell’universo principale.
Se la trappola di sicurezza ha successo, il ricevitore vivente deve inviare in tempo il manufatto nell’universo principale, usando i suoi quattro poteri dimensionali, prima che il buco nero crolli su se stesso 
SOGNI
Quando Quello Manipolato si svegliano del loro viaggio nell’Universo Tangente, sono perseguiti dall’esperienza dei loro sogni.
Molti di loro non ricorderanno.
Quelli che ricordano il Viaggio sono spesso attanagliati da rimorso profondo per le azioni addolorate seppellite all’interno dei loro sogni.
L’unica cosa fisica è stata seppellita con il manufatto, questo è tutto quello che resta del mondo perduto.
Il mito antico ci dice che il guerriero Maya è stato ucciso da una punta di freccia che era caduta da un dirupo, dove non c’era nessun esercito e nessun nemico è stato trovato.
C’è stato raccontato del cavaliere Medioevale trafitto dalla spada che lui ancora non aveva forgiato.
Noi ci siamo detti che queste cose succedono per una ragione.

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Tutta la trama ha una arco temporale di 28 giorni che va dal 2 ottobre 1988 al 30 ottobre 1988 e si svolge nell’universo tangente, tranne le ultime scene, quelle seguenti la morte di Donnie.


Come spiega la Sparrow, quando l'universo tangente sopraggiunge è altamente instabile, perciò non riesce a sostenersi per più di qualche settimana (28 giorni appunto).
Passato questo intervallo di tempo, l'universo tangente crolla su se stesso diventando un buco nero all'interno dell'universo primario, distruggendo e inghiottendo tutto.

All’inizio del film (il 2 ottobre) avviene una corruzione casuale dell'universo tangente che risucchia il motore dell’aereo (il manufatto) attraverso un wormhole, viaggiando indietro nel tempo dal 30 ottobre dell'universo primario al 2 ottobre dell'universo tangente, sulla casa dei Darko.
A questo punto, per far si che l’universo primario non venga risucchiato in un buco nero, entrano in gioco gli altri elementi citati nel libro della Sparrow.
Il ricevitore vivente (Donnie) si ritroverà, di fatto, nell'universo tangente per quasi tutta la durata del film e il suo compito sarà di riportare il motore nell'universo primario (non riporta lo stesso motore che è precipitato, bensì la sua copia che ancora è attaccato all'aereo).
Per farlo è aiutato da Frank, che visualizza solo lui in quanto “apparentemente” schizofrenico. In effetti, Frank è il manipolato morto che lo guiderà nelle sue azioni.
I vicini e conoscenti di Donnie (i viventi manipolati), tramite una serie di azioni irrazionali, bizzarre e spesso violente, cercheranno di spingerlo a risolvere il paradosso temporale salvando il mondo. Ogni loro azione sarà volta a questo obiettivo.
Sia Frank, manipolando Donnie, che gli altri personaggi della storia faranno in modo che venga raggiunto lo scopo finale:
  • allagando la scuola, Donnie conosce la sua futura ragazza;
  • il professore di fisica gli da il libro della Sparrow, cosicché lui le scriva la lettera;
  • la professoressa di lettere, che è stata licenziata avrà un ultimo incontro con Donnie durante il quale scriverà sulla lavagna la parola cellar-door (la porta della cantina), dicendogli che è da alcuni ritenuta la più bella espressione di tutta la lingua inglese;
  • dando fuoco alla casa di Jim Cunnigham si scoprirà la porno-prigione per minori con il conseguente arresto del predicatore;
  • la sua professoressa di educazione fisica per stare vicino a Cunnigham affida il gruppo di ballo alla madre di Donnie che lascia i figli soli, così questi possono organizzare una festa in maschera;
  • alla festa Donnie intensificherà il legame con Gretchen, scoprirà il suo wormhole e avrà l'idea di andare a casa della Sparrow;
  • qui subirà l'assalto del suo compagno psicopatico e, mentre Donnie è in pericolo, arriva una macchina che per scansare la Sparrow (che era in mezzo alla strada perché stava leggendo la lettera di Donnie) devia la sua traiettoria investendo Gretchen;
  • l'autista si rivelerà essere Frank (fidanzato della sorella, che era andato a comprare le birre per la festa), Donnie per la rabbia lo uccide, facendolo diventare un morto manipolato;
  • infine si reca sulla collina dove, con i suoi poteri telecinetici, staccherà il motore dall'aereo in volo e lo farà precipitare nel vortice tangente facendolo ritornare all'universo primario che finirà sulla sua casa uccidendolo nel suo letto la notte del 2 ottobre 1988

Nella sequenza finale, durante la canzone Mad World, tutti i conoscenti di Donnie, dopo l'esperienza nell'universo tangente, saranno tormentati da essa durante i sogni. Molti non ricorderanno niente o avranno un ricordo vago, altri si risvegliano visibilmente scossi.

mercoledì 21 ottobre 2009

Era meglio fermarsi al primo


Sono tornato da 2 settimane, ma mi è rimasta ancora la mentalità zanzibarina "Pole Pole".
Volevo fare un post divertente e spensierato, quindi ho riesumato un divertentissimo commento sul film "Matrix Reloded".


Matrix Regurgited [SOLO PER CHI HA VISTO IL FILM]

Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Crash! Risbang! Pugn! Calcinfacc!
I titoli di testa scorrono su Trinity impegnata a somministrare coscienziosamente a una banda di poveracci una bella scarica di mazzate volanti. Dopo l'ultimo calcione nelle gengive, Trinity si guarda intorno in cerca dell'uscita, disdegna e schifa la porta, e si getta infine contro l'unica finestra chiusa, che esplode come una fontana di vetri in slow-motion senza neppure scalfirle il gel, mica come noi che ci tagliamo anche coi fogli di carta. Mentre precipita ha il tempo di svuotare ottantadue caricatori, lanciare ventinove pugnali e completare dodici Bartezzaghi a schema libero.
Poi, finalmente, muore.

Neo si sveglia di soprassalto: era un incubo.
- Cosa c'è, amore? - gli chiede Trinity - Sei sconvolto perché hai sognato la mia morte?
- No, è che ho visto la nota spese per gli effetti speciali solo per i primi trenta secondi di film.
- Che t'importa? Va tutto sul conto dei polli che pagheranno il biglietto per vedere questa boiata.
- Ah già, è vero.
- Alzati, coraggio: siamo arrivati a Zion.
La Città degli Umani Liberi, che il primo Matrix aveva avuto il buongusto di non mostrarci, si rivela una via di mezzo tra Kabul dopo i bombardamenti e le ferrovie nord all'ora di punta. Morpheus affida l'astronave a un parcheggiatore napoletano e va a trovare un brutto ceffo che, si viene a sapere:
a) comanda l'esercito di Zion;
b) si tromba l'ex-ragazza di Morpheus.

- Stanno arrivando 250mila seppie! - bercia il ceffo.
- Per me in umido con pomodori pachino - commenta Morpheus. - E senza aglio, sennò mi gonfio d'aria.
- Intendo sentinelle elettroniche! - sbraita il ceffo. - Matrix ne ha mandate 250.000 per farci il culo!
- Non devi aver paura: adesso abbiamo l'Eletto, l'Annunciato della Profezia, l'Unto del Signore.
- Ma chi, Berlusconi?
- Perché non vuoi credere? - insiste Morpheus. - Non ti convince la genialità dell'idea che, in questo mondo dominato dai computer, alla fine noi uomini prevarremo grazie a una sana spiritualità new age?
- Mi sembra una stronzata.
- Vabbe' - si congeda Morpheus. - Salutami Niobe.
- E tu salutami 'a soreta.

Neo e Trinity, nel frattempo, stanno cercando un posto per imboscarsi in santa pace, ma vengono circondati da una folla di questuanti e postulanti che nemmeno Andreotti ai tempi d'oro.
- Ti prego, Eletto, fammi la grazia!
- Salvaci, Eletto!- Proteggici, Eletto!
- Trovami un posto in ferrovia, Eletto, che se sei stato eletto è anche grazie al mio voto.
- Riusciremo mai a restare soli? - sussurra Neo.
Trinity strizza l'occhio. - Non preoccuparti, caro: stasera c'è un rave party, e saranno tutti così fumati che non distinguerebbero un'orgia da una frittata di cipolle.

Difatti, quella stessa sera, la città sotterranea si trasforma in una megadiscoteca underground con tanto di cubiste, rapper schizzati e DJ conciati tipo ultimo video di Britney Spears. Gli abitanti di Zion (Zionisti?) pogano come matti, specialmente dopo che Morpheus sale sul cubo e spara un discorso da spogliatoio di finale Champions League, di cui peraltro nessuno capisce un cazzo date le percussioni a ventimila decibel e forse è un bene.

Neo e Trinity scopano in dissolvenza sulle immagini del rave party. Poi scopano di nuovo. E poi ancora. E ancora, visto che la sequenza si replica, in una sagra del brodo allungato, fino all'ultimo secondo tollerabile prima che in sala gli spettatori diano fuoco alle poltroncine.

La mattina dopo, mentre tutti smaltiscono la sbornia, alla porta di Neo si presenta un corriere DHL.
- L'Oracolo ti vuole parlare, Eletto - informa.
- Non poteva mandare una mail?
- Devi rientrare in Matrix, Eletto: l'Oracolo ha da farti delle rivelazioni importantissime.
- Tipo quelle del nostro primo incontro, quando la cosa più utile che mi ha detto è che i biscotti vanno cotti in forno? No grazie.
- Guarda che se rientri in Matrix potrai farti una serie di scazzottate che a confronto Bruce Lee era un gandhiano.
- Mi hai convinto. Andiamo.

Detto fatto, Neo si infila gli elettrodi in tutti gli orifizi disponibili, chiude gli occhi e si ritrova dentro il mondo simulato.
L'aspetto del suo "avatar" è cambiato parecchio rispetto al primo film: ha un colorito da salma di tre giorni, una palandrana ieratica che dovrebbe richiamare Luke Skywalker in divisa da Jedi, ma che invece lo fa somigliare a Don Camillo; e niente cellulare Nokia, probabilmente perché i finlandesi non hanno rinnovato l'accordo di sponsorizzazione. Gli occhialini alla Stevie Wonder invece sono sempre gli stessi, da indossare rigorosamente anche in piena notte con un buio fottuto per creare il sintomatico mistero.

Giunto all'indirizzo comunicato dal pony-express, Neo si ritrova in un dojo modello Karate Kid.
- Salve - fa Neo al cinesino che gli apre.
- Io sono...- Nooooo! - esclama l'altro, scandalizzato. - Prima dobbiamo picchiarci, poi mi dirai chi sei e che cosa vuoi. Così è scritto sul contratto.
E giù botte. Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Crash! Risbang! Pugn! Sbudell! Ditonellocch!
Il tutto commentato da una colonna sonora eseguita evidentemente da una band di bonghisti in pieno delirio etilico.
- Ok - commenta il cinesino alla fine. - Il tuo kung-fu fa cagare, però gli effetti speciali sono gagliardi. Puoi passare.

Lo conduce in un tipico parchetto newyorkese pieno di deiezioni canine e piccioni rincoglioniti. L'Oracolo, seduta su una panchina, ha l'aspetto di una portinaia del Prenestino.
- Tu sei un software, vero? - esordisce Neo.
- Conosci già la risposta a questa domanda - replica la donna. - E comunque, software o no, recito meglio di te.
- Fai parte anche tu di Matrix?
- Conosci già la risposta a questa domanda.
- Perché mi hai fatto chiamare?
- Conosci già la risposta a questa domanda.
- Ma cos'è, il call center di Infostrada? - sbotta Neo, spazientito. - Vuoi dirmi qualcosa di utile, una buona volta?
- L'Architetto di Matrix ti chiarirà tutto, Neo. Ma prima devi scoprire dov'è. E prima di questo devi trovare colui che ha la chiave per entrare. Ma prima di questo devi trovare colui che sa dov'è colui che ha la chiave. Chiaro, no?
- Ho capito: sei un software scritto in COBOL [un linguaggio di programmazione creato nel 1959].
- Ora devo andare, Neo. Abbiamo parlato troppo: per compensare devi menare le mani almeno venti minuti.

Difatti, come per magia, all'improvviso appare l'agente Smith incazzato come un ornitorinco. E giù botte.
Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Crash! Risbang! Pugn! Sbudell!
Calcneicoglion!
Per far capire al pubblico che questa scazzottata è diversa dalla precedente (un compito davvero arduo) all'improvviso Smith si duplica. Poi si triplica. E così via, finché la piazzetta non è piena di gente vestita da Franco Battiato dedita a un kung-fu figurato quale non si vedeva dai tempi di "Franco & Ciccio dalla Sicilia con Furore".
- Cos'è questa storia che puoi moltiplicarti, adesso? - chiede Neo,un po' contrariato.
- Nei videogames i nemici dei livelli superiori sono più tosti, lo sanno tutti. - spiega Smith. - Nel prossimo quadro te la vedrai con Pacman e poi con Supermario.
- Non ho paura - replica Neo con aria di sfida. - Posso volare, e appena supero 3.000 punti mi becco l'iperspazio e la smart bomb. E allora per voi saranno cazzi.
E giù botte. Sbang, sock, stunf eccetera. I due se le danno di santa ragione finché il numero di testicoli esplosi in sala non raggiunge il limite prescritto dalla Warner Bros. Poi Neo schizza via alla Superman, mentre Smith si spazzola la giacca appena impolverata dal combattimento. Un filmone.

Nel frattempo, a Zion, Morpheus e l'ex-fidanzata Niobe interpretano un duetto di grande tormento interiore e sensibilità passionale.
- Ah, amata Niobe, certe cose cambiano...
- Altre non cambiano mai, amato Morpheus... - sospira la donna.
- Certe, invece, cambiano.
- Sì, ma altre non cambiano.
- Mai - conferma Morpheus.
- D'altra parte, alcune cambiano.
- Sì, ma sono altre . - specifica l'uomo.
- Mentre alcune no.
- Proprio così... Cambiano.
- Alcune.
- ...si può sapere di che cazzo stiamo parlando?
- Non importa: abbiamo sfangato altri dieci minuti di film, e questo è l'importante. Ora torniamo dentro Matrix che c'è da scazzottare.

Detto fatto. Neo, Morpheus e Trinity (questi due vestiti delle solite tutine di pelle sadomaso che si vede fanno arrapare molto i Wachowski) si ritrovano in un ristorante a quindici stelle, di quelli che al cameriere di mancia come minimo devi dare una Rolls.
- Che cosa ci facciamo qui? - chiedono i due sadomaso.
- Dobbiamo andare dal Merovingio. - spiega Neo.
- Non capisco.
- Il Merovingio. Un programma ribelle e potentissimo che tiene prigioniero il Fabbricante di Chiavi.
- Non capisco.
- Il Fabbricante di Chiavi. L'unico che può farmi accedere al rifugio dell'Architetto.
- Non capisco.
- L'Architetto. Il creatore del codice sorgente di Matrix.
- Non capisco.
Neo sbuffa. - Insomma, siamo qui per una bella scazzottata.
Trinity e Morpheus si illuminano. - Perché non l'hai detto subito, invece di arrampicarti sugli specchi con tutte quelle stronzate?
Il Merovingio, che ha l'aspetto di un bisteccone a metà strada tra Cassano e il biondo dei Ricchi e Poveri, li fa accomodare al tavolo ove sta magnando a quattro palmenti.
- Scusami, Neo... - sussurra Morpheus. - Non avevamo solo 72 ore per salvare Zion? Allora perché siamo così calmi e rilassati mentre sorseggiamo questo aperitivo. E' una scena troppo pretestuosa perfino per questo cesso di sceneggiatura!
- Taci! - intima Neo. - E' vero, tutto questo è un pretesto. Ma serve per introdurre la grande e fighissima attrice che in questo momento rappresenta il Cinema Italiano nel mondo: un po' di rispetto.
Difatti, in quel momento appare Monica Bellucci nei panni di Persephone.
- Borb borb borb... - dice.
- Scusa, ma perché reciti come se avessi una banana in bocca? - le fa stupita Trinity.
- E' la voce... borb... che mi veniva mentre il produttore... borb... mi faceva il provino - confessa la Bellucci, sforzandosi inutilmente di scandire le sillabe. - Lui ha detto che ero... borb... bravissima.
- Già che ci siamo, Neo: tu invece perché sussurri sempre, anche quando gridi perché ti stanno scannando?
- Be', parlare sottovoce è come portare gli occhiali neri: fa tanto ieratico.
- Ora basta! - sbraita il Merovingio. - Avevo l'intenzione di consegnarvi il Fabbricante di Chiavi, ma dopo queste battute è chiaro che siete dei minchioni peggiori perfino di quelli che stanno seduti in platea. Filate via e non fatevi più vedere, prima che mi vendichi su di voi per questo nome del cazzo che mi hanno rifilato.

I tre lasciano il ristorante mogi come leghisti dopo le amministrative.
- Che facciamo adesso, Neo?
- Coraggio, Trinity: è l'ora del colpo di scena più telefonato dai tempi di Meucci. Spero solo che il pubblico regga.
- Io non mi preoccuperei: questa gente beve tutto. Basta che il colpo di scena non sia una stronzata colossale tipo che la Bellucci tradisce il marito e ci consegna il fabbro in cambio di un tuo bacio... - al pensiero, Trinity rotola a terra contorcendosi dalle risate.
L'ascensore si apre, e la Bellucci ne esce trionfante ad annunciare che tradisce il marito e consegna il fabbro in cambio di un bacio di Neo. Trinity vomita nel vaso dei ficus.
Il primo tempo termina con la musichetta finale di Pengo e la scritta "Insert coin to continue..."

* * *

La proiezione riprende dopo aver infilato il gettone e schiacciato il pulsante destro del joystick. Secondo tempo.

Il Fabbricante di Chiave si rivela essere l'ennesimo cinesino, circostanza che porta il suddetto gruppo etnico ad essere maggioranza assoluta nel film, e che convince qualche spettatore che la SARS dev'essere stata una punizione divina.
- Ok, abbiamo il nostro fabbro - commenta Trinity. - Adesso che facciamo?
- Non so: è il turno della scazzottata o quello dell'inseguimento?
- Ho un'idea: e se facessimo una scazzottata e un inseguimento?
- Con che pretesto?
- Be', diciamo che l'unico modo per tornare al mondo reale è una hard-line sull'autostrada a cinquanta miglia da qui. Così giriamo una bella scena d'autoscontro tra macchine e TIR e spendiamo talmente tanti soldi in CGI da umiliare Terminator2.
- Tornare al mondo reale? Ma il Fabbricante di Chiavi è un programma! Non possiamo mica portarlo via da Matrix! Non è logico!
Morpheus ghigna. - Che c'entra la logica con questo film?
Neo annuisce. - Hai ragione: vado a cercare qualcuno da picchiare.
Con perfetta scelta di tempo si materializza il Merovingio, incazzato come un dugongo e spalleggiato da una dozzina di brutti tipacci con l'aria di non sogna altro che un bel calcione volante nelle gengive. E giù botte.
Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Patapunf! Crash! Risbang! Pugn!Sbudell! Bottdaorb!
La variazione sul tema, questa volta, sono gli spadoni cimmerici che Neo e gli altri trovano appesi alle pareti (circostanza assolutamente credibile, sono decorazioni che chiunque può vedere normalmente nei locali pubblici e negli appartamenti signorili!), cosicché possono intervallare i pugni in bocca con le sciabolate.
Il tutto col solito sottofondo di bonghisti fumati a bestia.

L'ultimo scagnozzo cade come una pera, ma non prima che il balletto di kung-fu figurato abbia raggiunto vette di comicità surreale quali non si vedevano dalle scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill, i quali almeno erano simpatici, picchiavano al ritmo di musichette orecchiabili e gli unici effetti speciali che si concedevano erano i palloncini colorati.

Il Merovingio scappa (probabilmente al bagno, succede lo stesso a molti spettatori in platea) e Neo prende il volo per raggiungere l'autostrada dove Morpheus e Trinity stanno distruggendo a mazzate l'intera produzione 2001-2003 d'autoarticolati Iveco, in quella che forse è l'unica scena realistica del film (sul Raccordo Anulare di Roma ogni giorno succede di peggio).
Ma ecco che appaiono gli avversari di questo livello (Il settimo? L'ottavo? Quando arriva il quadro del bonus?).
Si tratta di due trogloditi rasta che hanno sbagliato candeggio e che hanno la capacità di rendersi incorporei a comando (evidentemente i Wachowski stanno pensando ad una tecnica per schivare gli strameritati pomodori e uova marce). Morpheus, piantato come un orango sul tetto di un Turbo Scania, li sfida con l'inevitabile gesto della manina di Bruce Lee. E giù botte.
Sbang, sock eccetera. E bonghi, of course.
Il pubblico scoppia in lacrime invocando il motivetto della "Dune Buggy" e le ben più credibili risse di "Altrimenti ci arrabbiamo".

Tra il lusco e il brusco, Trinity torna al mondo reale (probabilmente c'è stato un taglio di troppo nel montaggio: gli spettatori applaudono con gratitudine), mentre Neo e Morpheus seguono il Fabbricante di Chiavi dall'Architetto.
Ma entrare nella stanza segreta del creatore di Matrix non è facile. Sembra che la sequenza esatta sia "destra, destra, spada, salto, destra, avanti". O forse questo era il pattern finale di Dragon's Lair? Non importa, tanto è lo stesso.

L'Architetto è una via di mezzo tra Piero Angela e Gianni Minà invecchiato. Siede in posa da Padreterno davanti ad una parete strapiena di monitor tipo la redazione del TG2, ma senza il giochino demente di Lippi alla fine.
- Ah... l'Essere... il Libero Arbitrio... la Voce e la Via...
- blatera in un agghiacciante sermone di quindici ore in cui si afferrano sì e no quindici sillabe.
- Scusa, Architetto, ma perché parli come un guru tibetano strafatto? - azzarda Neo.
- Conosci già la risposta a questa domanda.
- Di nuovo? Vuoi dirmi qualcosa di utile prima che dia una scarica di mazzate anche a te?
L'altro sospira. - Ah, sapevo che sarebbe stata questa la tua scelta, Neo. Allora va', ordunque, a salvare la tua donna dal nome metaforicamente cattolico dal Fato invincibile e mortifero che la attende, condannando così la tua trista specie a perpetuarsi nell'orrida schiavitù che opprime le menti e umilia le carni a meno di una profezia fallace di cui tu sei il sesto strumento e vittima ad un tempo.
- Ma va' a cagher! - ribatte Neo. O forse è il pubblico.
E schizza via a mille all'ora a raccattare Trinity che è rientrata in Matrix giusto in tempo per gettarsi dal centesimo piano, beccarsi ottocento pallottole nella ghiandola pineale e spalmarsi modello Nutella sull'asfalto della strada sottostante.
- Ah, amore mio... - ansima pesta e sanguinante, però con gli occhialini neri senza un graffio. - Per me è troppo tardi.
Muoio.

Neo scuote la testa. - Secondo te mi sono vestito da Don Camillo per niente? Sta' a vedere, che adesso ti resuscito io.
Le infila una mano nel... ehm... Insomma, le fa un intervento in pranoterapia tipo i guaritori filippini sputtanati da Striscia la notizia e... Voilà, Trinity risorge più bella che prima.
Il tutto col commento sonoro di terrificanti cori da opera lirica che fanno rimpiangere i bonghisti.

Le 72 ore sono scadute. Nel mondo reale, le 250mila seppie hanno fatto un mazzo tanto all'esercito di Zion (peraltro una gran massa di segaioli) e si preparano a radere al suolo la città degli umani liberi. Neo e Trinity si scollegano da Matrix, lasciano la nave di Morpheus in preda alle fiamme e fuggono per mettersi in salvo. Le seppie, però, li braccano. Li circondano. Li sovrastano. Quando sembra che non ci sia più nulla da fare, inspiegabilmente Neo fa saltare in aria i nemici con quello che sembra un peto elettronico.

Senza nessuna spiegazione e nel bel mezzo della battaglia, termina il film.
Ghigno dei Wachowski e trailer della prossima puntata. Gli spettatori paganti assaltano la cassa per avere indietro i soldi del biglietto.
E giù botte.
Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Patapunf! Crash! Risbang!

Fine

martedì 22 settembre 2009

Intervallo




Vado in ferie!! Ci rivediamo i primi di ottobre

mercoledì 2 settembre 2009

XIV Milano Film Festival



Perdersi, lasciare casa, cercare casa, trovarsi

Eccoli, i film che vedrete al Milano Film Festival. 7 opere prime e 4 opere seconde.
Fare un concorso di (quasi) debuttanti significa lasciare i freni liberi al talento, alle idee non ancora contaminate dalle esigenze delle tasche. Significa esplorare i cinema del mondo e il mondo grazie al cinema. Opere eterogenee, in alcuni casi opposte, legate da fili sottili e lunghissimi.
Ad esempio, dalla distruzione delle identità geografiche. In Tobira no muko un esordiente britannico va a Tokyo a raccontare il dramma quotidiano degli affetti dalla sindrome di Hikikomori, mentre Londra è la meta di arrivo dei personaggi (e del regista) di Unmade Beds, scanzonata storia di ventenni alla ricerca di punti di riferimento.
a ricerca, appunto. I protagonisti di molti film sono personaggi solitari, un po' ai confini della società, per scelta o per necessità, che d'un tratto devono fare un percorso di ricerca: la piccola Li Tong dell'omonimo film ultra-low-budget si perde nella bolgia di Pechino e non trova nessuno che la riporti a casa; il musicista di Here and There attraversa l'oceano per risollevarsi dalla bancarotta, ma deve fare i conti con la più temibile delle variabili: il sentimento; il divertente Futoko tratta, con leggerezza cinefila - che non fa mai male, in piccole dosi - di un cuore solitario che diventa, per caso, capofamiglia.
Fino al documentario Il figlio di Amleto del regista Francesco Gatti, recentemente scomparso, un'analisi appassionata di un pittore controverso, diviso tra l'amore per il suo modello e la cruda illusione svanita del successo; un film che non si può non guardare con un po' di sincera malinconia. E ancora, la struggente ispezione nella follia di Crack Willow, che va in parallelo col personaggio (e il film) più estremo della selezione, quel Menteur che farà discutere, per il suo attacco cruento alla menzogna come regolatore sociale.
Talvolta, durante la ricerca, ci si incontra, e ci si lega. Come in Mary and Max, che oltre ad essere il primo film lungo di un premio Oscar al miglior cortometraggio è anche il primo film d'animazione in concorso nella storia del festival. E che pur essendo una storia animata non ha potuto fare a meno di smantellare i confini geografici, unendo i fili dei protagonisti tra Sydney e New York. O come nell'incantato Gallero, dove nel singolare universo dei combattimenti tra galli nasce un amore oltre la ragione tra persone di età molto distanti.
Gente che vola, che viaggia, che va da una parte all'altra del globo. Cinema che attraversa i generi e si lascia attraversare dalla vita.
La trentenne Carla, in Turistas, vaga senza meta nella foresta cilena e rimane sorpresa, incantata da quello che scopre. Ecco. Anche chi ha visto questi film, alla fine è rimasto sorpreso dalla continua, emozionante forza che il cinema vuole e fa di tutto per tenere viva.
Speriamo di riuscire a sorprendere anche voi. E a farvi perdere nella foresta.
Vincenzo Rossini



Crack Willow
di Martin Radich, Uk, 2008, 89'
Sconcertante docufiction che dialoga con la miseria e la nausea, e, alla fine, emoziona come non ci si aspetta.
sabato 12 sett, ore 16.00, Teatro Studio
mercoledì 16 sett, ore 22.00, Teatro Dal Verme
Il figlio di Amleto
di Francesco Gatti, Italia, 2009, 73'
Un documentario sulla maledizione del talento e su un enigma irrisolto: il rapporto tra discepolo e maestro.
mercoledì 16 sett, ore 20.30, Teatro Strehler
domenica 20 sett, ore 14.30, Teatro Dal Verme
Futoko / The Dark Harbour
di Naito Takatsugu, Giappone, 2008, 101'
La divertente storia del pescatore solitario Manzo. Single per sfortuna, non per scelta, trova una famiglia nascosta nell'armadio.
venerdì 11 sett, ore 21.00, Teatro Strehler
mercoledì 16 sett, ore 18.30, Teatro Dal Verme

Gallero / Gamecock Breeder
di Sergio Martín Mazza, Argentina, 2008, 87'
La lotta per l'amore scalza il combattimento tra i galli quando il giovane Max incontra la vecchia Julia. Sotto il sole, nel silenzio.
martedì 15 sett, ore 22.30, Teatro Strehler
sabato 19 sett, ore 17.00, Teatro Dal Verme
Li Tong
di Nian Liu, Cina, 2009, 75'
Una bimba cinese compra un gelato e non ha più i soldi per il biglietto del bus. Chi la aiuterà? Semplicissimo e spietato.
sabato 12 sett, ore 20.30, Teatro Strehler
giovedì 17 sett, ore 16.00, Teatro Strehler
Mary & Max
di Adam Elliot, Australia, 2008, 92'
Una bimba australiana a colori e un ebreo di New York in bianco e nero, diventano per caso due amici di penna surreali.
giovedì 17 sett, ore 20.30, Teatro Dal Verme
domenica 20 sett, ore 16.00, Teatro Dal Verme
Menteur / Liar
di Tom Geens, Belgio, 2008, 78'
Un vero bugiardo mente a tutti, e non c'è da fidarsi. A meno che non mentano anche quelli che dicono la verità.
domenica 13 sett, ore 14.30, Teatro Studio
sabato 19 sett, ore 20.30, Teatro Strehler
Tamo i ovde / Here and there
di Darko Lungulov, Serbia, 2009, 90'
La missione impossibile di un sassofonista in declino: attraversare l'oceano per sposare una ragazza sconosciuta e riportarla a New York.
martedì 15 sett, ore 20.30, Teatro Dal Verme
venerdì 18 sett, ore 17.00, Teatro Dal Verme

Tobira No Muko / Left Handed
di Laurence Thrush, Giappone, 2008, 110'
L'esperienza della sindrome di Hikikomori, in una suggestiva opera prima in bianco e nero di un regista inglese emigrato a Tokyo.
lunedì 14 sett, ore 17.00, Teatro Strehler
venerdì 18 sett, ore 20.30, Teatro Strehler

Turistas / Tourists
di Alicia Scherson, Cile, 2009, 100'
La svampita Carla si perde nella foresta cilena, guidata da un bizzarro norvegese in campeggio. Entomologia applicata agli uomini.
domenica 13 sett, ore 17.00, Teatro Strehler
giovedì 17 sett, ore 22.30, Teatro Strehler
Unmade Beds
di Alexis Dos Santos, Uk, 2008, 93'
Due ventenni stranieri a Londra. Notti alcoliche, indie rock e amour à trois. Un film spensierato e delicato.
domenica 13 sett, ore 20.30, Teatro Strehler
mercoledì 16 sett, ore 15.00, Teatro Strehler



Biglietti

Potete acquistare sin da ora l'abbonamento alla 14esima edizione del Milano Film Festival, che da libero accesso a tutte le proiezioni dei film in concorso e fuori concorso, agli incontri, alle feste ed ai concerti fino a 10 minuti prima dall'inizio delle proiezioni e fino ad esaurimento posti, evitando la coda per il biglietto. Sono esclusi dal prezzo dell'abbonamento gli eventi speciali fuori programma.
Tutte le proiezioni del Milano Film Festival saranno gratuite per gli under 12 e gli over 65 anni.
È già possibile ritirare il proprio abbonamento presso gli uffici di esterni in via Paladini 8 Milano, tutti i giorni dalle 09.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30. È necessario portare una fototessera.


Proiezioni singole

Piccolo Teatro e Teatro studio
Tutta la mattina - 4 euro
Tutto il pomeriggio - 4 euro
Primo spettacolo serale - 5 euro
Secondo spettacolo serale - 5 euro

Teatro dal Verme
Tutta la mattina - 3 euro
Tutto il pomeriggio - 4 euro
Primo spettacolo serale - 5 euro
Secondo spettacolo serale - 5 euro

Tenda al Parco
Tutta la mattina e tutto il pomeriggio - 3 euro
Primo spettacolo serale - 3 euro
Secondo spettacolo serale - 3 euro

Piazza Grande
Primo spettacolo serale - 3 euro
Secondo spettacolo serale - 3 euro
Serata animazione - 6 euro

Abbonamenti

- Under 18, 15 euro

- Standard, 45 euro
Ingresso preferenziale senza code a tutte le proiezioni diurne e serali, dall'11 al 20 settembre, ogni giorno. Acquista

- Professional, 65 euro
Ingresso preferenziale senza code a tutte le proiezioni diurne e serali, dall'11 al 20 settembre, ogni giorno. Accesso all'area riservata per l'appuntamento quotidiano con registi, professionisti, staff e stampa. Posti riservati in sala (garantiti) fino a 10 minuti prima dell'inizio delle proiezioni. Borsa contenente catalogo, gadget e materiali d'approfondimento sulle rassegne. Acquista

- Stampa, 10 euro
Tutti i giornalisti con tesserino possono acquistare l'abbonamento scrivendo a 10 euro Acquista.
Per informazioni scrivere a media@milanofilmfestival.it

- Tesserati esterni
I possessori della tessera esterni 2009 possono acquistare l'abbonamento a 25 euro.

- Abbonamenti a 15 euro
AIAP, Associazione Italiana (prezzo riservato agli associati)
Accademia di Belle Arti di Brera (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Libera Università degli Studi S. Pio V (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Libera Università Maria Santissima Assunta (Roma) (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Politecnico di Milano (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Touring Club (prezzo riservato a dipendenti e tesserati Touring)
Teatro Franco Parenti (prezzo riservato agli abbonati del Teatro Franco Parenti)
Università Cattolica di Milano (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Università Carlo Cattaneo - LIUC (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Università degli Studi di Milano (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Università per Stranieri di Perugia (prezzo riservato a studenti e collaboratori)
Università degli Studi di Bergamo (prezzo riservato a studenti e collaboratori)

- Abbonamenti a 25 euro
ARCI (prezzo riservato ai tesserati)
ATM (prezzo riservato agli abbonati annuali)
CTS (prezzo riservato ai tesserati)
Feltrinelli (prezzo riservato ai soci Carta più)
Moleskine (prezzo riservato a tutti i dipendenti. Per ritirare l'abbonamento è necessario presentarsi con un biglietto da visita)
Sponsor Milano Film Festival 2009 (prezzo riservato ai dipendenti):
Comune di Milano, Media, MiBAC, Amiacque, COOPI, FAI, MITO, Piccolo Teatro, Nastro Azzurro, ADI, Aperol, SAE, City, Radio Deejay, Diario, Internazionale, Moby, Rolling Stone, TAFTER, Terre di mezzo, Valori, Zero, Kramer, Novamount, Ambasciata di Norvegia, Associazione dei polacchi a Milano, Consolato generale del Brasile a Milano, Homless World Cup, Consolato generale della Repubblica di Polonia, Ministeri degli Affari Esterni di Danimarca, Forum austriaco di cultura, Acquario, Teatro Dal Verme, La Rocca del Pastaio, Tandem Mobility.

- Abbonamenti a 35 euro
Terre di mezzo (prezzo riservato a coloro che si presenteranno agli infopoint del festival con la copia di settembre di terre di mezzo). Aggiungendo 10 euro al vostro abbonamento al Milano Film Festival, riceverete in regalo un abbonamento a 6 numeri di Terre di mezzo.
Biblioteche Sud Ovest (prezzo riservato ai tesserati)
Coopi (prezzo riservato ai possessori della tessera Amico di Coopi)
Teatro Out Off (prezzo riservato a abbonati e collaboratori)

ConvenzioniConvenzionarsi con Milano Film Festival significa condividere, promuovere e supportare la programmazione e gli obiettivi dei dieci giorni.
Tutti gli enti, le università, i gruppi, le aziende, le agenzie, le ambasciate, le associazioni, i siti e i blog che vorranno convenzionarsi con Milano Film Festival ed offrire ai propri dipendenti, associati o frequentatori uno sconto sull'abbonamento, possono scrivere a iocisono@milanofilmfestival.it.





Per tutte le informazioni sul programma del Festival:


martedì 18 agosto 2009

Lost in la mancha


Un film su quanto è difficile realizzare un film.
Sono stati fortunati Keith Fulton e Louis Pepe, perché se Terry Gilliam fosse riuscito a realizzare il suo progetto “The Man Who Killed Don Quixote", il loro backstage si sarebbe confuso tra i tanti extra della versione Home Video.
Invece si tratta di un saggio sulla creazione di un'opera cinematografica e sulle problematiche connesse alla sua realizzazione.
La sequenza di sfortunati eventi che afflisse la troupe sembra quasi surreale come se “La maledizione di Don Quixote”, che colpì anche le lavorazioni di Orson Welles anni prima, fosse tornata.
Il documentario segue la fase di pre-produzione e i pochi giorni di riprese, interrotte definitivamente a causa di un nubifragio che distrusse tutto il set.
Degli attori l’unico a dare la sua piena disponibilità fu Johnny Depp. Jean Rochefort (favoloso nei panni di Don Quixote) dovette abbandonare il progetto, dopo pochi giorni di lavoro, a causa di un’ernia del disco. Vanessa Paradis non si presentò mai sul set.
La location scelta non fu proprio azzeccata. Il rombo micidiale degli aeroplani decollati da una vicina base Nato interrompeva spesso le riprese.
Il visionario autore di film come Brazil e L'esercito delle 12 scimmie, poco incline al compromesso, dovette scontrarsi quotidianamente con l’inadeguatezza dei finanziamenti della produzione europea e un'organizzazione approssimativa.
Quello che però colpisce è vederlo al lavoro: sembra un bambino, ha un entusiasmo contagioso, sempre convinto ad andare avanti nonostante tutto il suo progetto vada pian piano sgretolandosi pezzo dopo pezzo.

E' un documentario che tutti gli appassionati di cinema dovrebbero vedere.

mercoledì 12 agosto 2009

E' meglio il ritorno dello Jedi o l'impero colpisce ancora?



Randal: Tu cosa preferisci? Lo Jedi o "L'impero colpisce ancora"?
Dante: L'Impero!
Randal: Bestemmia!
Dante: L'Impero ha un finale migliore! Intendo... a Luke viene amputata la mano, lui scopre che Lord Fener è suo padre, Ian viene ibernato e portato via da Boba Fett, un finale che ti ammazza. Insomma, questo è la vita, una serie di finali duri uno appresso all' altro. Invece lo Jedi è solo una massa di pupazzi.
Randal: No, nello Jedi c'è in ballo qualcos'altro, non me n' ero mai accorto prima d'oggi. Loro costruiscono una nuova Morte Nera.
Dante: Giusto.
Randal: Ora, l' altra era pronta e del tutto funzionante prima che i ribelli la distruggessero.
Dante: Luke l'aveva fatta saltare. Tutto merito suo.
Randal: E la seconda quand'è stata fatta esplodere era in costruzione.
Dante: Già. E a farlo è stato Lando Calrissian.
Randal: C'è sempre stato qualcosa che non mi tornava nella seconda esplosione. Qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco e che proprio non mi andava giù.
Dante: E ora ci sei riuscito?
Randal: La prima era presidiata dalle armate imperiali. Le sole persone a bordo erano le truppe d'assalto e in più, diciamo, i vari ..."dignitari".
Dante: Sostanzialmente.
Randal: Ragion per cui quando salta i conti tornano: il male è punito.
Dante: Mentre la seconda volta?
Randal: La seconda invece non avevano ancora finito di lavorare. Era ancora in fase di costruzione.
Dante: Allora?
Randal: Allora un'impresa di quella portata richiede un sacco di manodopera in più rispetto al semplice esercito imperiale. Scommetto che c' erano di mezzo un mucchio di appaltatori esterni. Idraulici, metalmeccanici, muratori...
Dante: Cioè non solo imperiali, questo vuoi dire.
Randal: Esattamente: specialisti di ogni tipo per finirla alla svelta e di nascosto. Figurati se le truppe d'assalto saprebbero installare un gabinetto. Loro tutto quello che sanno si limita alle armi e alle divise.
Dante: D'accordo, coinvolgono degli appaltatori esterni ma... che cos'è che ti disturba tanto quando viene distrutta?
Randal: Che saltano per aria quei poveri lavoratori in proprio che erano lì per costruire. Vittime di una guerra che non li riguardava affatto.
Allora senti: tu hai un' impresa. Lo Stato ti offre un bell'appalto su un piatto d'argento, hai moglie e figli a carico, un villino di due piani in periferia, si tratta di un appalto governativo e quindi c'è solo un fottìo di vantaggi. Poi arrivano i militanti di sinistra e distruggono tutto quello che c'è nel raggio di sei chilometri con i laser.
Tu non c'entri niente, non hai una posizione politica, tu cerchi solo di far quadrare i conti.
Cliente: Scusate, non volevo interrompere. Ma di che cosa state parlando?
Randal: Del finale de "Il ritorno dello Jedi".
Dante: Il mio amico, qui, vorrebbe convincermi che gli appaltatori esterni che lavoravano alla costruzione della Stella Nera distrutta dai ribelli sarebbero tipo vittime innocenti.
Cliente: Beh, io lavoro in proprio, ho una mia ditta. Ristrutturazioni chiavi in mano. Quindi vi parlo da libero professionista e vi assicuro che la propria posizione politica c'entra eccome quando si accetta un incarico.
Randal: Cioè tipo?
Cliente: Tre settimane fa mi è stato offerto un lavoro in collina. Bellissima casa, una proprietà enorme. C'era solo da dare una piccola risistemata al tetto. Mi dicono se ce la faccio in un giorno. Al che gli chiedo il doppio. Se non che poi realizzo di chi è la casa.
Randal: Vale a dire?
Cliente: Di Dominique Bambino.
Randal: Babyface Bambino! Il gangster!
Cliente: Già, quello! Per i soldi niente da dire. Ma il rischio era troppo. Sapevo chi era. Ragion per cui io ho passato la mano a un amico, ovviamente.
Dante: Insomma una scelta politica.
Cliente: L' hai detto. La settimana appresso il clan dei Foresci manda un suo scagnozzo a casa di Babyface!
Chi ha fatto secco? Il mio amico. Neanche aveva messo piede sul tetto.
Randal: Ma pensa te...
Cliente: Insomma, l'ho scampata perché sapevo con chi avevo a che fare. Quel poveraccio la pensava diversamente.
Ognuno di quegli operai a bordo della Stella era al corrente del rischio che correva.
Se ci ha rimesso la pelle la colpa è solo sua.
Regola uno: pensare prima a sé, e poi al portafoglio

Clerks

giovedì 6 agosto 2009

Italia taglia


Negli ultimi trent’anni la censura non è stata benevola con le pellicole cinematografiche.
Ultimo tango a Parigi uscito nelle sale il 15 dicembre 1972 e subito sequestrato con l'accusa di spettacolo osceno, dopo una lunga epopea legale viene riabilitato e unanimemente considerato ‘capolavoro’.
L’opera torna in sala nel 1987, ben quindici anni dopo la prima proiezione.


Intere bobine di pellicole, vittime delle forbici impietose, che pensavamo d'aver perso per sempre, sono raccolte sul sito www.italiataglia.it visibili in streaming.
Si tratta del primo progetto del genere al mondo, realizzato dalla Cineteca di Bologna col contributo della Direzione generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le attività culturali, tuttora in lavorazione che conta di catalogare entro il 2010 oltre 130 mila film, dal 1913 al 1990, con i visti di censura e le relative motivazioni.
La prima tranche, con le schede di 30 mila pellicole aggiornate al 1943, è già accessibile.

domenica 2 agosto 2009

Snatch - Lo strappo



Un diamante di ottantasei carati rubato ad Anversa.
L’autore del furto, Frankie “Quattrodita” (Benicio Del Toro), ladro e corriere della mala, viene spedito oltreoceano con il compito di consegnare la pietra al boss newyorchese Cugino Avi.
Nel viaggio, fa tappa a Londra (Sì, a Londra: tè, nebbia, Big Ben, cibo di merda, tempo peggio e Mary scassapalle Poppins) per piazzare le pietre più piccole presso il cugino del suo capo, Doug "La Zucca".
Durante il breve soggiorno londinese, Frankie fa l’errore di farsi convincere da Boris Lametta a scommettere soldi su un incontro di boxe illegale. Infatti il presunto amico, conoscendo le sue cattive abitudini (stiamo parlando di Frankie ho un problema col gioco quattrocazzo di dita!), organizza una trappola per farlo rapinare da un terzetto di piccoli trafficoni.
Il match in questione, organizzato dal cinico boss Testa Rossa per diletto allevatore di maiali e dall'emergente Turco (Jason Statham), rischia di saltare: infatti il campione del secondo è stato steso qualche giorno prima dell'incontro dallo zingaro Mickey (Brad Pitt), che l'ha convinto a scommettere una roulotte in uno scontro a mani nude, rivelandosi un sorprendente boxeur.
Il Turco sarà così costretto a reclutare lo stesso Mickey perdendoci un'altra roulotte. Lo zingaro, però, non andrà giù (come concordato) alla quarta ripresa, avviando una serie di ritorsioni da parte dello spietato Testa Rossa.
Nel frattempo il Cugino Avi, convinto di essere stato raggirato, prende l'aereo e arriva a Londra per recuperare la pietra.
Le storie di tutti i personaggi si incroceranno, quando il diamante inizia a passare di mano in mano, in una serie infinita di doppi e tripli giochi.
Senza dimenticare il cane onnivoro che, a un certo punto, diventerà determinante per lo svolgersi della vicenda.

Questa seconda opera del regista Guy Ritchie ha l’estetica da videoclip, un ritmo indiavolato ed interpreti tanto disparati quanto efficaci nella loro recitazione costantemente sopra le righe.
Il "Turco" brillante, sveglio e sfigato. Tommy, il suo braccio destro, un vero e proprio caso umano. Il cinico boss “Testa Rossa” dispensatore di perle di saggezza (prima di darti in pasto ai maiali). L’indomabile zingaro con un linguaggio assolutamente incomprensibile, senza tralasciare una serie di personaggi minori compreso il cane, che si ingoia il porcellino di plastica fischiante, così che ce lo becchiamo per tutta la durata del film con questo rantolo-fischio in gola.
Aggiungiamoci una sceneggiatura ben scritta con dialoghi scoppiettanti, un ottimo montaggio, una fotografia curata nei minimi dettagli e avrete il quadro di una pellicola che è entrata nella lista dei miei film preferiti di sempre.
Il film scorre via veloce, con un grande ritmo, scene brevi e dinamiche che lo rendono immune, o quasi, alla perdita di attenzione.
Sol e Vinny, assieme a Tyrone (il terzetto di trafficoni) sono in un certo senso l'elemento comico della pellicola, anche se a dire il vero in mezzo alla violenza e alla volgarità si trova sempre uno spiraglio per ridersela di gusto.
Tra le tante sequenze che si fanno apprezzare ci sono:
l’incipit, che imita le sigle delle serie TV poliziesche anni settanta;
l’ingresso dei rapinatori nell’ufficio del grossista seguito costantemente dai monitor di sorveglianza;
il montaggio parallelo al rallenty fra la caccia alla lepre e quella a Tyronne;
il "tuffo" nell'acqua di Brad Pitt durante un combattimento;
e, soprattutto, il montaggio con calcolatissimi microsfasamenti temporali dell’incidente d’auto.

La colonna sonora, in cui spiccano brani come “Angel” dei Massive Attack e “Fuckin' in the Bushes” degli Oasis, fonde ritmi totalmente diversi sottolineando la situazione tragicomica che attraversa tutto il film.

Un consiglio: non vi fidate di chiunque vi dica che ha un allevamento di maiali.

sabato 18 luglio 2009

Suspense e sorpresa


Prendendo spunto dal commento di Emanuela, al post sul piano sequenza riporto come Alfred Hitchcock differenzia la suspense dalla sorpresa.
Nell’intervista rilasciata dal regista a Truffaut che potete leggere integralmente nel libro “Il cinema secondo Hitchcock”, il regista spiega:

“La differenza tra suspense e sorpresa è molto semplice e ne parlo molto spesso. Tuttavia nei film c’è spesso confusione tra queste due nozioni. Noi stiamo parlando, c’è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutt’a un tratto: boom l’esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena assolutamente normale, priva di interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l’anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all’una e sa che è l’una meno un quarto – c’è un orologio nella stanza -; la stessa conversazione insignificante diventa tutta in un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: “Non dovreste parlare di cose banali, c’è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all’altro”. Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell’esplosione. Nel secondo caso gli offriamo quindici minuti di suspense. La conclusione di tutto questo è che bisogna informare il pubblico ogni volta che è possibile, tranne quando la sorpresa è un twist, cioè quando una conclusione imprevista costituisce il sale dell’aneddoto”.
Questa teoria Hitchcock la riporta molto bene in una sequenza del film “Marnie”.
La protagonista è una cleptomane, a fine turno si nasconde nell’ufficio dove lavora, riesce ad aprire la cassaforte (sapendo dove si trova la combinazione) e la svaligia.
Quando sta per andarsene, arriva la donna delle pulizie.
Le due donne sono nella stessa grande stanza, ma separate solo da un piccolo divisorio, Marnie si accorge della presenza della donna grazie al rumore; la signora delle pulizie, invece, convinta d’essere sola, continua a lavare il pavimento, camminando all’indietro nella direzione della protagonista.
E' la stessa inquadratura, ma assistiamo a due scene differenti. Hitchcock tiene lo spettatore con il fiato sospeso in attesa che la protagonista sia scoperta dall’inserviente.
Per non fare rumore, Marnie, si leva le scarpe le mette nelle tasche del cappotto, poi a piedi nudi, si dirige verso l’uscita, ma, a sua insaputa, una delle due le sta lentamente uscendo dalla tasca con il rischio che cada e faccia rumore (dal momento che entra la donna delle pulizie alla scarpa che sta per cadere abbiamo la suspense).
Poco prima che Marnie riesce ad uscire dalla stanza, la scarpa cade a terra. Ma la domestica non sente il tonfo perché è sorda (ecco la sorpresa).
Hitchcock ha tenuto lo spettatore inchiodato alla poltrona (perché chi vede il film parteggia per la cleptomane), lo ha fatto sudare freddo, e ha sciolto la tensione emotiva con un imprevedibile colpo di scena.