domenica 2 agosto 2009

Snatch - Lo strappo



Un diamante di ottantasei carati rubato ad Anversa.
L’autore del furto, Frankie “Quattrodita” (Benicio Del Toro), ladro e corriere della mala, viene spedito oltreoceano con il compito di consegnare la pietra al boss newyorchese Cugino Avi.
Nel viaggio, fa tappa a Londra (Sì, a Londra: tè, nebbia, Big Ben, cibo di merda, tempo peggio e Mary scassapalle Poppins) per piazzare le pietre più piccole presso il cugino del suo capo, Doug "La Zucca".
Durante il breve soggiorno londinese, Frankie fa l’errore di farsi convincere da Boris Lametta a scommettere soldi su un incontro di boxe illegale. Infatti il presunto amico, conoscendo le sue cattive abitudini (stiamo parlando di Frankie ho un problema col gioco quattrocazzo di dita!), organizza una trappola per farlo rapinare da un terzetto di piccoli trafficoni.
Il match in questione, organizzato dal cinico boss Testa Rossa per diletto allevatore di maiali e dall'emergente Turco (Jason Statham), rischia di saltare: infatti il campione del secondo è stato steso qualche giorno prima dell'incontro dallo zingaro Mickey (Brad Pitt), che l'ha convinto a scommettere una roulotte in uno scontro a mani nude, rivelandosi un sorprendente boxeur.
Il Turco sarà così costretto a reclutare lo stesso Mickey perdendoci un'altra roulotte. Lo zingaro, però, non andrà giù (come concordato) alla quarta ripresa, avviando una serie di ritorsioni da parte dello spietato Testa Rossa.
Nel frattempo il Cugino Avi, convinto di essere stato raggirato, prende l'aereo e arriva a Londra per recuperare la pietra.
Le storie di tutti i personaggi si incroceranno, quando il diamante inizia a passare di mano in mano, in una serie infinita di doppi e tripli giochi.
Senza dimenticare il cane onnivoro che, a un certo punto, diventerà determinante per lo svolgersi della vicenda.

Questa seconda opera del regista Guy Ritchie ha l’estetica da videoclip, un ritmo indiavolato ed interpreti tanto disparati quanto efficaci nella loro recitazione costantemente sopra le righe.
Il "Turco" brillante, sveglio e sfigato. Tommy, il suo braccio destro, un vero e proprio caso umano. Il cinico boss “Testa Rossa” dispensatore di perle di saggezza (prima di darti in pasto ai maiali). L’indomabile zingaro con un linguaggio assolutamente incomprensibile, senza tralasciare una serie di personaggi minori compreso il cane, che si ingoia il porcellino di plastica fischiante, così che ce lo becchiamo per tutta la durata del film con questo rantolo-fischio in gola.
Aggiungiamoci una sceneggiatura ben scritta con dialoghi scoppiettanti, un ottimo montaggio, una fotografia curata nei minimi dettagli e avrete il quadro di una pellicola che è entrata nella lista dei miei film preferiti di sempre.
Il film scorre via veloce, con un grande ritmo, scene brevi e dinamiche che lo rendono immune, o quasi, alla perdita di attenzione.
Sol e Vinny, assieme a Tyrone (il terzetto di trafficoni) sono in un certo senso l'elemento comico della pellicola, anche se a dire il vero in mezzo alla violenza e alla volgarità si trova sempre uno spiraglio per ridersela di gusto.
Tra le tante sequenze che si fanno apprezzare ci sono:
l’incipit, che imita le sigle delle serie TV poliziesche anni settanta;
l’ingresso dei rapinatori nell’ufficio del grossista seguito costantemente dai monitor di sorveglianza;
il montaggio parallelo al rallenty fra la caccia alla lepre e quella a Tyronne;
il "tuffo" nell'acqua di Brad Pitt durante un combattimento;
e, soprattutto, il montaggio con calcolatissimi microsfasamenti temporali dell’incidente d’auto.

La colonna sonora, in cui spiccano brani come “Angel” dei Massive Attack e “Fuckin' in the Bushes” degli Oasis, fonde ritmi totalmente diversi sottolineando la situazione tragicomica che attraversa tutto il film.

Un consiglio: non vi fidate di chiunque vi dica che ha un allevamento di maiali.

Nessun commento :

Posta un commento