Con "Happy Family" Gabriele Salvatores racconta Milano, un po' alla Woody Allen con la sua adorata Manhattan, invitando lo spettatore (milanese e non) ad osservarla con più attenzione. Infatti nelle inquadrature della città è quasi completamente assente la strada, i palazzi sono inquadrati obliquamente e dal basso verso l'alto, mostrandone un aspetto che spesso passa inosservato.
La pellicola è caratterizzata dall'utilizzo dei colori: rosso, giallo, blu o verde, mescolati o da soli.
Il rosso (che oltre ad essere il colore della passione e dell’amore è anche quello della famiglia) ad esempio, è utilizzato nella sala da pranzo quando Vincenzo e Anna discutono con Filippo.
Il rosso (che oltre ad essere il colore della passione e dell’amore è anche quello della famiglia) ad esempio, è utilizzato nella sala da pranzo quando Vincenzo e Anna discutono con Filippo.
C’è un bellissima sequenza in bianco e nero, sulle note carezzevoli del “Nocturne no.20” di Chopin, con la quale il regista rende omaggio alla città rappresentandola con un volto inconsueto, romantico, libero da smog, rumori e cantieri.
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