Come promesso questo post è dedicato alla conferenza stampa del film Il ragazzo invisibile tenutasi presso la Terrazza Martini di Milano.
Erano presenti: il regista Gabriele Salvatores; gli attori
Fabrizio Bentivoglio (Lo psicologo Basili), Ludovico Girardello (Michele), i
tre sceneggiatori Stefano Sardo, Ludovica Rampoldi e Alessandro Fabbri, e
infine uno dei produttori Nicola Giuliano della Indigo Film.
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Faccio un riassunto della conferenza saltando
alcune parti per non spoilerare il film.
L'idea di fare un progetto originale è partito cinque anni
fa semplicemente per il desiderio di Nicola Giuliano di provare a
fare un cinema che potesse piacere anche ai suoi figli.
Originariamente il film doveva essere girato in
Irlanda in lingua inglese in quanto sarebbe stato più facile trovare dei
finanziatori, ma poi hanno cambiato idea perché non sarebbe stata percepita
come una produzione italiana. L'inizio delle riprese sono state posticipate in attesa che Salvatores si rendesse disponibile.
L'invisibilità è stato scelto come potere essendo il
meno complicato e costoso da produrre, per rendere l'idea la tuta verde blue
screen che deve indossare il protagonista in Italia non c'era, è stata fatta
portare dagli Stati Uniti.
A una domanda inerente alla difficoltà dell'utilizzo degli
effetti speciali Salvatores risponde:"Si dice sempre del montaggio, c’è
buon montaggio se non si vede il taglio, se non è imposto.
Volevamo applicare questa cosa anche agli effetti speciali.
E' più facile fare un astronave che esplode perché non è che ne passano tante e
quindi non hai riferimenti, ma fare una bottiglia o un bicchiere che si muove
nell'aria, e crederci, è molto più difficile. E quindi abbiamo cercato di
lavorare su questo, effetti speciali che quasi non si vedessero. Sono tanti, ma
sono quasi naturali."
Sulle similitudini agli X-Men gli sceneggiatori ammettono
d'aver attinto dai quei soggetti della Marvel in quanto il tema della diversità e
dell'alienità è molto interessante, che per gli "speciali" è una
malattia; e anche dai film degli anni ottanta come I Goonies, in cui
un gruppetto di ragazzi incappa in un'avventura che li formerà e li metterà
insieme, pur preferendo i film dei supereroi più dark e
atipici come Unbreakable di Shyamalan e Watchmen.
Il progetto de "Il ragazzo invisibile" comprende anche
tre albi a fumetti ed un libro.
Gli sceneggiatori hanno raccontato che, dopo aver scritto il
film si sono accorti di aver creato potenzialmente gli ingredienti per una saga,
quindi i tre albi sono stati concepiti come spin off con tre linee narrative
diverse che espande l'universo del film.
Il libro invece segue la stessa storia del film con più
tempo per approfondire la psicologia dei personaggi, anche quelli secondari.
Essendo il film con un finale aperto, come tutti i film del
genere "supereroi", è stata già iniziata una prima stesura per il
soggetto di un sequel che potrebbe essere prodotto.
Il regista conclude :"Il film intanto è dedicato
ai miei genitori che non ci sono più da poco tempo e che ringrazio perché sono
stati straordinari con me.
Il supereroe che mi affascinava di più
era assolutamente Flash Gordon: con le tribù, gli uomini falco,
i leoni.
Ma quello che più ho amato è stato Corto Maltese di
Hugo Pratt, un supereoe dell'anima, senza dimenticare i disegnatori francesi
come Moebius, Bilal.
Mi piace molto la diversità, il cinema negli anni ’80, Steven
Spielberg, è stato il primo a mettere insieme certe cose, la fantascienza con
la realtà dei protagonisti.
I fumetti dei supereroi americani sono arrivati dopo, e dopo
ancora i cinecomic. Non tutti mi piacciono, ma alcuni sì, come il Batman di Burton,
quello di Nolan o lo Spider-Man di Raimi. Sicuramente, però,
il film più vicino a Il ragazzo invisibile è Lasciami entrare: era quello l'approccio al fantasy e alla
fantasia che mi piace e mi piaceva."
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