sabato 6 ottobre 2018

Venom



L'altra sera mi è arrivato un messaggio dal mio amico Mauro che mi diceva di essere andato a vedere Venom.
Non si è soffermato a dirmi se era bello o brutto, ma ha fatto una piccola recensione.
Mi è piaciuta talmente tanto che gli ho chiesto di collaborare sia per il blog che per la pagina Facebook, anche perché ultimamente sta andando al cinema molto più di me.
Fortunatamente ha accettato, ma al momento sta litigando "pacatamente" con Vodafone per farsi mettere internet a casa.
Quindi per il momento questa la pubblico io, ma la firma è sua.
La trama l'ho presa dal sito mymovies.




Nel laboratorio dell'ambigua Life Foundation, Carlton Drake (Riz Ahmed), leader senza scrupoli, tenta di innestare il simbionte che ha riportato da una missione spaziale dentro un organismo umano. Le cavie però muoiono una dopo l'altra.
Il giornalista d'inchiesta Eddie Brock (Tom Hardy), che a causa del suo ultimo incontro con Drake ha perso il lavoro e la fidanzata, non può stare a guardare e s'intrufola nel laboratorio. Ma è proprio in Eddie che il parassita alieno Venom troverà l'ospite perfettamente compatibile di cui andava in cerca. Inizialmente spaventato, Eddie progressivamente impara a convivere con Venom e a formare con lui un unico individuo.

Ho visto Venom.
L’unico aspetto che si salva è il rapporto che si instaura tra il simbionte ed il protagonista, per quanto il doppiaggio imbarazzante rovini persino questo elemento. Per il resto è un’opera che per il 2018 risulta datata, sopratutto dopo quello che abbiamo visto tirar fuori dal Marvel Cinematic Universe in questi ultimi tempi. Sembra un film dei primi anni 2000, trama scontata come la merda, Villain super stereotipato con manie di grandezza e obiettivi ossessivo/apocalittici, nebulosi e non meglio definiti. Quasi nauseante l’antidiluviana scena del nemico più grosso che se le dà di santa ragione col protagonista assai più minuto nello scontro finale.
La sceneggiatura scorre piatta, non ti fa sussultare nemmeno una volta, tutto quel che accade te lo aspetti già e una CGI è appena accettabile non contribuisce certo a farti saltare sulla poltrona. Spiderman non viene nemmeno citato, il personaggio femminile è scritto talmente male che nemmeno una brava attrice come Michelle Williams riesce a salvarlo. Non si capisce nemmeno perché non sia stato inserito nel MCU, sembra una roba buttata lì a caso, quasi come se fosse stato obbligatorio realizzarlo. Insomma è un film che sarebbe dovuto uscire vent’anni fa, oggi non ha molto senso, per non dire nessuno, perlomeno non con una sceneggiatura banale come questa.
Carina la seconda scena post credit, probabilmente più interessante dell’intero film. 
Voto 4

Mauro Manca


giovedì 15 marzo 2018

First and final frames, Part II




Jacob T. Swinney ci ha preso gusto.
Ma questa volta non si è diverto a prendere le inquadrature più simili come ha fatto con il primo video (vedi Gone Girl - L'amore bugiardo).

Il confronto che mi ha stupito di più riguarda L'uomo senza sonno. Osservando la sorprendente differenza dell'aspetto fisico di Christian Bale, tra la prima e l'ultima inquadratura, si capisce che il frame iniziale è la fine della storia, mentre quello finale ne è l'inizio.
Infatti i dettagli dell'ultima inquadratura rispondono alla domanda che ci posti per tutto il film: perché un uomo sano e normale si è trasformato in un relitto emaciato e instabile?

mercoledì 28 febbraio 2018

Remakes



Questo video di Jaume R. Lloret mette a confronto alcune scene di 25 film e dei loro remake.
A volte le nuove versioni sono diventate più famose degli originali (com'è successo per Vanilla Sky, remake della pellicola di Alejandro Amenábar Apri gli occhi).

C'è comunque da dire che per alcuni la somiglianza è notevole.

sabato 5 agosto 2017

The War - Il pianeta delle scimmie



Due anni dopo la guerra che ha innescato l'ex alleato di Cesare, Koba, le scimmie sono impegnate a difendersi e nascondersi dagli umani.
Cesare è sempre convinto di poter condividere la terra senza dover entrare in conflitto con il nemico, pertanto manda il suo primogenito alla ricerca di un posto dove vivere e prosperare senza pericoli.
Dopo un lungo viaggio Occhi Blu torna con delle ottime notizie, ma a seguito di un evento drammatico, Cesare abbandona presto l'idea di raggiungere la "terra promessa" insieme al resto del suo branco, per vendicare le perdite subite tra i suoi simili dichiarando guerra alla razza umana.


La sigla della 20th Century Fox suonata con i tamburi tribali ti immerge nella subito nella  natura selvaggia dov'è ambientato il film. Perché in quest'ultimo capitolo abbandoniamo una desolata San Francisco e la sua immensa foresta di sequoie del parco naturale della Contea di Marin per dirigerci verso la lande innevate del Nord America.
La bravura di Matt Revees, già regista del precedente Apes Revolution, è stata quella di prendere una saga fantascientifica e trasformare quest'ultimo capitolo in un film cruento, cupo e trascinante, che strizza l'occhio all'epopea western hollywoodiana e a La grande fuga.

Il film si incentra molto sul conflitto interiore dei due protagonisti.
Il sempre più "umano" Cesare, con quella sua sete di vendetta che solo i sapiens possono avere. Bravissimo Andy Serkis ad umanizzare il primate a tal punto da farci dimenticare che si tratta di un film di fantascienza, l'Academy dovrebbe trovare il coraggio di nominarlo all'Oscar per questo ruolo.
E il kurtziano colonnello McCullough con le sue deliranti idee di onnipotenza, interpretato da un ottimo Woody Harrelson. Non fossero bastati i monologhi di quest'ultimo a ricordare il capolavoro di Coppola è ben visibile un graffito nel tunnel sotto il campo di prigionia: Ape-ocalypse Now.


In quest'ultimo capitolo scopriamo che il "virus delle scimmie" è cambiato, infatti Cesare incontra sulla sua strada Nova, una bambina che ha perso la parola a causa di questa mutazione, che sta portando gli esseri umani sopravvissuti alla regressione.
Nova è anche una citazione alla pellicola del 1968 (la compagna muta di Taylor si chiama Nova), così come il secondogenito di Cesare, Cornelius (stesso nome dell'archeologo che, con la veterinaria Zira, aiuta Taylor a dimostrare la vera evoluzione delle scimmie).
Dall'altra parte invece non tutte le scimmie sono unite in un fronte unico. Infatti i seguaci del bonobo che ha scatenato la guerra, chiamati dispregiativamente Donkey dai soldati, si sono alleati con il Colonello nello sterminio dei loro simili.
L'influenza del farmaco ALZ-113 sulle scimmie al di fuori della tribù di Cesare ha portato alle creazione del personaggio "Scimmia Cattiva" che, oltre a fare da anello di congiunzione con tutti gli altri primati "intelligenti" della terra, serve ad alleggerire la tensione strappando un sorriso allo spettatore. Peccato che le movenze e l'aspetto ricordino molto l'elfo potteriano Dobby suscitando così solo una grande malinconia.

In occasione dell'uscita ala 20th Century Fox ha creato un partnership speciale con l'Istituto Jane Goodall per prestare assistenza in Congo agli scimpanzé salvati dal commercio illegale derivato dal traffico di carne selvatica di specie a rischio.



Comunque alla fine di tutto sarà sempre Madre Natura a decidere le sorti del pianeta.

martedì 25 luglio 2017

Il cinema nei cinema



Esistono tanti film biografici e non, che parlano di cinema.
Tra i più famosi abbiamo Effetto notte di Truffaut, RKO 281 (che racconta la genesi di Quarto potere), Hitchcock (fa lo stesso con Psyco) oppure Charlot, il biopic  sull'attore, regista, sceneggiatore e fondatore della United Artists, Charlie Chaplin.
Poi ci sono tanti altri film con scene ambientate nelle sale cinematografiche. Quello che viene proiettato sullo schermo a volte è fine a se stesso, ma perlopiù è collegato alla trama stessa del film.
Ecco alcuni casi:

Disastro a Hollywood
Il finale dell'ultimo film di Jeremy Burnell, Fiercely, è troppo cruento. Non solo viene ucciso il protagonista, ma viene barbaramente ucciso anche il suo cane.
Alle richieste del suo produttore di rimontarlo e modificarne il finale, con la minaccia di una mancata partecipazione al Festival di Cannes, il regista, dopo tante titubanze e crisi isteriche, accetta.
Alla presentazione del film, al Palais du Cinema, Burnell attacca le Major rivendicando la propria integrità artistica, ricevendo il plauso del pubblico.
La proiezione della pellicola scorre liscia sino alle ultime battute, quanto si scopre che la versione proiettata è quella con la cruenta uccisione del cane.
La reazione della sala è freddissima.

L'esercito delle 12 scimmie
Verso la fine della storia Cole e Railly, braccati dalla polizia, si nascondono in un cinema che sta proiettando una maratona di film di Alfred Hitchcock.
In quel momento sullo schermo della sala cinematografica possiamo vedere James Stewart nei panni di John "Scotty" Ferguson e Kim Novak in quelli di Madeleine Elster/Judy Barton. Si tratta de La donna che visse due volte.
Anche se in un primo momento il film di Hitchcock sembra essere distaccato dalla pellicola di Terry Gilliam possiamo notare alcune convergenze. Railly si traveste con una parrucca bionda, come Judy si camuffa in Madeleine diventando bionda. Cole la vede emergere da una luce rossa, come Scottie vede July avvolta da una luce verde.
La scena al Muir Woods National Monument del film di Hitchcock era già stata omaggiata nel corto La Jetée (opera ispiratrice della pellicola di Gilliam), facendo si che anche questo collegamento sia in realtà una ulteriore ripresentazione di quel corto.

Bastardi senza gloria
Joseph Goebbels (Ministro della Propaganda nazista) decide di organizzare una serata di gala con tutte le alte sfere del Terzo Reich.
Il luogo scelto per l'occasione è il cinema parigino Le Gamaar, dove viene proiettato il film Orgoglio della nazione, che ripercorre le gesta eroiche del soldato di prima classe Frederick Zoller.
Questo film mostra il cecchino nazista uccidere un'intero plotone americano sparando dalla cima di un campanile. Mentre viene enfatizzato il coraggio e la bravura di Zoller gli yankee vengo presentati come degli inetti.
In realtà si tratta di un cortometraggio (parodia dei filmati propagandistici della Riefenstahl) girato, su richiesta di Tarantino, da Eli Roth, che nel film fa anche la parte di uno dei "bastardi": il sergente Donnie Donowitz (L'Orso Ebreo).


Il favoloso mondo di Amélie
Come ci racconta la voce narrante: "A volte il venerdì sera Amélie va al cinema".
Nella scena all'interno della sala cinematografica la telecamera non inquadra mai lo schermo ma rimane fissa sullo sguardo della protagonista, quindi noi non sappiamo che film è andata a vedere.
Una voce di donna dalla pellicola recita una frase: "...il primo che arriva in fondo alla passerella!", questa frase ci suggerisce cosa viene proiettato.
Jules e Jim di François Truffaut, pellicola non collegata a quella di Jean-Pierre Jeunet se non per il fatto che sono entrambe francesi.

Un lupo mannaro americano a Londra
Pellicola girata da John Landis nel 1981, è la storia di due turisti americani che vengono assaliti da un feroce e selvaggio lupo, nella campagna inglese. Uno muore e l'altro si trasforma in un lupo mannaro.
I due si rincontreranno presto, infatti David (il lupo mannaro) commenta: "Ti sembra normale starsene in un cinema porno a Piccadilly Circus a parlare con un cadavere? Sono felice di rivederti Jack".
La pellicola che vediamo proiettata sulla schermo, durante questo incontro, è See You Next Wednesday.
Si tratta di un finto porno girato ad hoc dallo stesso Landis prima della produzione del film, che viene menzionato in quasi tutti i suoi lavori.

Il secondo tragico Fantozzi
Innanzitutto vorrei spezzare una lancia a favore del professor Guidobaldo Maria Riccardelli dicendo che La corazzata Potëmkin non è una cagata pazzesca, come afferma il ragionier Fantozzi nel film di Luciano Salce.
A mio parere l'opera di Ėjzenštejn va contestualizzata, ricordiamo che è un film del 1925, quindi nel pieno della fase sperimentale della settima arte.
Ejzenštejn sviluppò la teoria dell'Effetto Kuleshov per dare una nuova dimensione al montaggio: attraverso la correlazione o l'opposizione di due immagini in sequenza, ha ottenuto significati e simboli che superano il contenuto delle singole inquadrature. Un'altra tecnica fu quella del Cine-pugno: con l'aiuto di primi piani improvvisi e molto ravvicinati, espressioni violente e azioni serratissime, il cineasta russo mirò shockare lo spettatore.
Ma torniamo al nostro ragioniere. La produzione del film non ottenne i diritti per usare le scene originali, quelle che vengono proiettate furono girate dallo stesso Luciano Salce. Inoltre la corazzata da Potëmkin divenne Kotiomkin e il nome del regista venne modificato in Serghei M. Einstein.
Allora mi domando: la locandina con il titolo originale all'ingresso del cineforum è una cosa voluta oppure è un errore?


Prova a prendermi
Frank Abagnale Jr. è un ragazzo di sedici anni che falsificando assegni e frodando banche guadagna milioni di dollari. Inoltre fingendosi pilota della Pan Am viaggia gratuitamente per tutto il mondo tramite il deadheading (una pratica in cui i piloti ricevono viaggi gratis come cortesia professionale da altre compagnie aeree) tanto da diventare noto sui giornali con il nome di “James Bond del cielo“.
Quando viene a conoscenza del suo soprannome decide di andare vedere il nuovo film della spia britannica Agente 007 - Missione Goldfinger.
Inutile dire che appena esce dal cinema va subito a comprare la Aston Martin DB5 uguale a quella dell'agente segreto di sua Maestà.

Zodiac
Siamo nel 1969 in una San Francisco sconvolta dagli efferati omicidi del killer dello Zodiaco, che terrà in scacco la polizia per quasi due decenni.
A un certo punto della storia, due dei protagonisti del film, Dave Toschie e Robert Graysmith si ritrovano nello stesso cinema a vedere Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!; film di Don Siegel del 1971 liberamente tratto dai fatti di cronaca avvenuti in quel periodo.
Una delle scene che evocano proprio quei fatti è quando Scorpio prende in ostaggio uno scuolabus minacciando il sindaco di eliminare i bambini se non riceverà la somma richiesta, minaccia simile a quella di Zodiac nella pellicola di David Fincher.

Cose Nostre - Malavita
Qui siamo al capolavoro di Luc Besson, che collega il personaggio della sua storia con l'attore che lo interpreta tramite il film che viene proiettato nella sala cinematografica.
Robert De Niro interpreta Fred Blake/Giovanni Manzoni, il pentito più famoso degli Stati Uniti sotto protezione dell'FBI, che con la sua famiglia vive in uno sperduto paesino della Normandia.
Il loro protettore, l'agente Robert Stansfield (Tommy Lee Jones), chiede loro di mantenere un basso profilo e di integrarsi con la popolazione locale.
Agli abitanti del paese Frank dice di essere uno storico della seconda guerra mondiale, pertanto viene invitato al cineclub locale per presentare un vecchio film di guerra con Frank Sinatra.
Blake accetta l'invito contro il parere di  Stansfield, che alla fine decide di accompagnarlo.
Una volta arrivati in loco scoprono che, per uno scambio di pellicole, verrà proiettato Quei bravi ragazzi, film nel quale lo stesso De Niro interpreta Jimmy Conway.
Quando Fred sale sul palco per recensire il capolavoro di Martin Scorsese si lancia in uno struggente amarcord malavitoso. Sarà un successo.
Impagabile l'espressione di Tommy Lee Jones.